Mattanza di ovini sotto i Castelli: lupi in agguato. Uccisi 17 capi tra agnelli e pecore
Sarebbero in tutto 17 i capi d’allevamento sbranati da un animale selvatico, con la certezza quasi assoluta si tratti di un lupo che ha attaccato un recinto chiuso nei pressi dei Castelli di Montecchio Maggiore. L’episodio risalirebbe alla notte tra il 30 dicembre e la vigilia di Capodanno e ne parla l’edizione odierna del Giornale di Vicenza. Ad essere preso di mira un gregge che si credeva custodito al sicuro, all’interno di una recinzione. Ma che inve nel corso della notte dell’agguato è stato falcidiato dall’agguato avvenuto in zona di Bastia Alta, poco lontano dalle colline dove sorgono i castelli di Giulietta e Romeo.
A nulla sono valse le relative misure di sicurezza adottate e il fatto che nella zona non si fossero mai registrati attacchi predatori di questo genere. Tutti i circa 30 animali dormivano sogni tranquilli, insomma, in quelle ore notturne, prima che dei lupi affamati fiutassero la preda e facessero banchetto di 7 pecore adulte e 10 agnellini, per lo più di pochi giorni di vita, i più facili da aggredire e dilaniare.
La scoperta è avvenuta la mattina seguente alla mattanza, senza trovare alcuni dei più piccoli tra i capi d’allevamento, dati per morti. Impossibile che siano sfuggiti incolumi alle fauci predatori, mentre sarebbero solo una decina le pecore sopravvissute, alcune delle quali ferite. Al malcapitato allevatore vicentino, il giorno dopo, non è rimasto che dare l’allarme, informando innanzitutto la polizia provinciale competente in materia di animali.
Sul posto anche un veterinario dell’Ulss 8 Berica e carabinieri della tenenza di Montecchio. Sembra escluso che un intero branco abbia attaccato il gregge, di cui non risultano tracce nella zona, e si potrebbe trattare dell’opera di uno o al massimo due animali selvatici. Un unico lupo solitario. peraltro già avvistato nei giorni scorsi, potrebbe aver azzannato così tanti esemplari, facendone “sparire” alcuni, attaccando nel mucchio per istinto per poi allontanarsi con i “bocconi” più agevoli da portare al sicuro. Per poi sfamarsi.
Da escludere invece che il blitz possa portare la firma di altri animali, come cani selvatici: i morsi alla gola degli ovini e le impronte non lasciano spazio a dubbi secondo gli esperti di attacchi da parte di lupi. Le carcasse delle pecore morte per le ferite profonde sono state poi oggetto di una nuova visita la notte seguente, mentre le superstiti erano state spostate al sicuro. Ora toccherà alle autorità territoriali competenti valutare se e come intervenire, cercando di monitorare spostamenti ed effettiva pericolosità per l’uomo del famelico esemplare che si aggira per le colline castellane.