Società del “food” non versa ritenute per 236 mila euro: sequestrati denaro e 25 terreni
L’azienda “dimentica” nel 2018 di versare 236 mila euro di ritenute e il giudice per le indagini preliminari alla fine sequestra immobili e denaro per il valore equivalente. E’ il cosiddetto “sequestro preventivo”, che sempre più spesso la magistratura prevede come azione di tutela dello Stato nei confronti degli evasori fiscali.
L’ultimo è stato eseguito dai militari del comando provinciale della guardia di finanza di Vicenza a carico dell’azienda Nt 86 – attiva da circa 35 anni e con sede a Montecchio Maggiore – operante nel settore della produzione di prodotti per gelateria e pasticceria (ora in concordato preventivo). Denunciato il liquidatore, F. B., di 76 anni, residente nella città castellana e indagato in sede penale per omesso versamento di ritenute dovute o certificate.
A finire nei guai in prima persona è stato il professionista incaricato dell’amministrazione della società di capitali, in quanto non avrebbe rispettato la scadenza tassativa del 31 ottobre dell’anno successivo (il 2017) per ottemperare al versamento delle ritenute previste sugli stipendi erogati ai dipendenti dell’azienda. Un a somma che come ricostruito sfondava abbondantemente i 200 mila euro. Un comportamento dannoso per l’erario che, a fronte degli accertamenti delle Fiamme Gialle, corrisponde a tutti gli effetti a un reato.
Partendo da questo assunto i finanzieri provinciali hanno approfondito le indagini sull’èntourage dell’individuo, scoprendo che proprio a lui erano riconducibili vari beni anche immobili, formalmente intestati al coniuge. Alla moglie (G.L. le iniziali) Una truffa congegnata per distogliere fondi destinati alla casse pubbliche, dirottandoli indirettamente nella propria disponibilità attraverso atti di donazioni che vengono definiti come “simulati” dagli investigatori. Le Fiamme Gialle vicentine hanno pertanto sottoposto a sequestro tre fabbricati e ben 25 terreni ubicati prevalentemente a Nogarole Vicentino, per un valore di oltre 196 mila euro, oltre a denaro su conto corrente riscontrato su rapporti bancari, per oltre 40 mila euro.
Toccherà ai giudici del Tribunale di Vicenza, ora, giudicare nei dettagli la fondatezza delle accuse nei confronti dell’amministratore infedele all’incarico che avrebbe dovuto portare a termine in piena trasparenza e onestà. Valori di cui i finanzieri vicentini dubitano fortemente che l’indagato di Montecchio Maggiore abbia tenuto a mente negli ultimi tempi.