Spv, Corsini fa il punto su Montecchio e Malo. “Rifiuti non pericolosi”
La Regione mette i puntini sulle “i” rispetto a due nodi ambientali legati, nel Vicentino, alla Superstrada Pedemontana Veneta. Lo fa oggi con un articolato comunicato che fa riferimento da un lato agli accertamenti predisposti dalla Procura di Vicenza ha disposto infatti accertamenti sul cantiere della Galleria di Malo della Pedemontana Veneta e dall’altra alle affermazioni sui social network del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, relativamente alla discarica di Montecchio Maggiore, scoperta durante i lavori di costruzione dell’infrastruttura viaria: il Ministro raccontava di aver attivato i carabinieri del nucleo operativo ecologico.
Ora basta.Gli altri hanno sporcato e tocca a noi pulire.Ecco la situazione nella Pedemontana: è qualcosa di insostenibile. Questa mattina ho attivato i carabinieri del nucleo operativo ecologico.Nei prossimi giorni ci saranno aggiornamenti.
Pubblicato da Sergio Costa su Martedì 14 maggio 2019
La “puntualizzazione” resa nota del Commissario straordinario per la Superstrada Pedemontana Veneta (Spv), l’avvocato dello Stato Marco Corsini, è firmata dal direttore della struttura di progetto della Spv, l’ingegnere Elisabetta Pellegrini, e del direttore dell’Area tutela e sviluppo del territorio, Nicola Dell’Acqua.
Eccone di seguito il contenuto integrale.
Discarica di Montecchio Maggiore
Da parte della Struttura di Progetto, non si può che riaffermare il concetto fondamentale che non è la costruzione di Pedemontana Veneta che produce i rifiuti che si rinvengono durante gli scavi del terreno; semmai l’obbligo di passare con il tracciato dell’infrastruttura su queste aree occupate da masse di rifiuti, più o meno conosciute, obbliga il Concessionario, a proprie spese comunque rientranti nel costo a corpo di Pedemontana, alla bonifica della parte di sedime interessata. Questo comporta che almeno per la parte interessata dalla nuova strada i rifiuti vengono smaltiti e portati a discarica, e quindi la costruzione di Pedemontana non peggiora la situazione, semmai la allevia.
In particolare, sulla vicenda di Montecchio l’aggiornamento di quanto riferito a marzo 2018 porta buone notizie a riguardo della situazione del terreno di fondo scavo: le analisi effettuate sui campioni raccolti non hanno rilevato parametri fuori da quanto ammesso dalla norma.
Vediamo, in sintesi, cos’è avvenuto. La discarica a Montecchio Maggiore fu posta in atto prima dell’entrata in vigore della legge sui rifiuti, DPR 915/82, e risultava anche censita sulle mappe dello studio di impatto ambientale della SPV. Durante la costruzione della strada, situata fuori dal corpo della discarica, quindi fuori dalla recinzione della stessa, si è scoperta la presenza di ulteriori rifiuti.
Al fine della costruzione della strada è stato verificato, oltre alle caratteristiche chimiche, anche quelle geo-meccaniche, visto che il piano d’appoggio doveva sostenere il corpo stradale. Si è proceduto all’asporto dello stesso, sul solo sedime di appoggio del corpo stradale, con smaltimento in discarica.
Un’analisi semplice visiva ha palesato da subito la natura di rifiuti urbani indifferenziati, come rilevato anche dai tecnici Arpav. Nell’immediatezza del rinvenimento i materiali sono stati sottoposti ad un campionamento, alla presenza dei tecnici Arpav. A seguito delle indagini ed analisi effettuate, compresa quella storica che ha evidenziato come nella discarica confinante con l’area di rinvenimento venissero smaltiti esclusivamente rifiuti urbani e assimilati, il codice CER assegnato alla totalità dei rifiuti rinvenuti è il 20 03 01 – Rifiuti urbani non differenziati. I risultati delle analisi condotte sui campioni prelevati hanno evidenziato in base ai risultati analitici dei parametri determinati, che i campioni presi in esame sono classificabili come rifiuti speciali non pericolosi. Anche il parametro Amianto è risultato minore di 100 mg/Kg, ovvero entro i limiti imposti dalla normativa di competenza per escluderne la pericolosità.
Lo scavo è avvenuto previa realizzazione di una berlinese con pali ad elica. Le operazioni di smaltimento si sono concluse in data 09.04.2018. I rifiuti in uscita dal cantiere sono stati destinati alla messa in riserva R13 presso l’impianto autorizzato della ditta Vallortigara Servizi Ambientali.
A partire dalla data del 16.03.2018, si è proceduto al prelievo di campioni di suolo del fondo scavo per verificare l’eventuale superamento dei valori limite di riferimento (Concentrazioni Soglia di Contaminazione), nel rispetto di quanto previsto dal Codice dell’Ambiente.
Tutti i rapporti di prova effettuati sul terreno del fondo scavo hanno evidenziato che la concentrazione dei parametri indagati è inferiore ai limiti e che il test di cessione eseguito sull’eluato è pure inferiore ai limiti ammessi. Il piano d’appoggio della nuova strada, pertanto, non ha necessitato di ulteriori trattamenti. E’ stato comunicato tutto questo ad Arpav e stanno pertanto procedendo le lavorazioni di costruzione del corpo stradale.
Sull’area in questione vengono eseguite periodiche analisi delle acque di falda utilizzando i pozzi spia collocati a monte e a valle della discarica Pontesello gestita da Agno Chiampo Ambiente. Tali indagini non hanno evidenziato ad oggi situazioni di criticità. In particolare, i metalli pesanti (cromo, piombo, nichel, arsenico e mercurio) risultano completamente assenti (inferiori al limite di rilevabilità analitica). I Pfas sono invece presenti a concentrazioni analoghe a monte e a valle e con valori dell’ordine dei 200-300 ng/l (come Pfas totali). Ad ogni buon conto, nelle prossime settimane sarà eseguita una nuova completa campagna di controllo i cui esiti saranno immediatamente diffusi per poter ispirare eventuali azioni successive.
Nella giornata del 16 maggio u.s. rappresentanti di Arpav hanno partecipato, assieme al Direttore della Struttura di Progetto Superstrada Pedemontana Veneta, alla Provincia di Vicenza e al gestore della discarica Pontesello (Agno Chiampo Ambiente) ad una riunione sul tema convocata dal Comune di Montecchio Maggiore. In seguito a detta riunione, Arpav ha eseguito un sopralluogo presso il cantiere in questione il giorno 20 maggio u.s., dopo circa tre giorni di pioggia pressoché ininterrotta, verificando che da due delle numerose giunzioni dei pannelli di confinamento dei rifiuti residui (lasciati sul posto al lato dell’opera) percolava acqua che è stata campionata per le successive analisi (flusso stimato 05-1 litro/min).
Il relativo rapporto di prova testimonia in particolare che:
- Vi è una modesta presenza di azoto in forma ridotta (ammoniacale e nitroso, entro comunque i limiti stabiliti per le acque di scarico) che è compatibile con il contatto con rifiuti non ancora completamente mineralizzati;
- Assenza di metalli pesanti (salvo rame, alluminio e manganese comunque in concentrazione inferiore ai limiti di scarico e di potabilità);
- I Pfas sono presenti in quantità modesta (120 ng/l) comunque inferiore a quella della falda di zona.
Galleria di Malo
Il progetto di Pedemontana Veneta consta di 38 gallerie, di cui 2 naturali e le restanti artificiali. Tra queste la più lunga, 6.391 ml, è quella di Malo, naturale, scavata in materiale sciolto dal lato di Vicenza e in roccia dal lato di Treviso. Durante le lavorazioni, su quest’ultimo lato, nel 2016 è avvenuto un incidente mortale con conseguente sequestro del cantiere da parte della Procura di Vicenza sino alla fine del 2018, quando è stato concesso il dissequestro al solo fine della messa in sicurezza, che sta avvenendo.
Nel settembre 2017 sul lato Vicenza, durante un evento temporalesco, è occorso un cedimento del terreno in corrispondenza della canna sud che ha causato il sequestro da parte della Procura di Vicenza anche di quella parte di cantiere per compiere tutte le indagini necessarie a seguito di una segnalazione per disastro ambientale a carico di ignoti. Ad oggi quindi su quel lato la canna a nord sta procedendo nella sua realizzazione, mentre quella a sud, nonostante il completamento della messa in sicurezza sia stato concluso a dicembre 2018 e sia stato richiesto contestualmente il dissequestro da parte del Concessionario, al fine di poter riavviare i lavori, non si è ancora avuta risposta.
I lavori devono comunque continuare e concludersi, anche perché su quest’opera, che ha raggiunto già circa il 65% di realizzazione rispetto alla spesa, sono state già spese risorse ambientali e finanziarie pubbliche (914 milioni di euro) e vanno messi a frutto il prima possibile per i cittadini.
La Regione ha quindi accolto favorevolmente una proposta del Concessionario di variante non sostanziale che modifica le modalità di scavo della galleria e permette di continuare a scavare attraverso una galleria di servizio in posizione mediana, nel frattempo ultimata, che sbuca a Vallugana di Malo, previa espressione di parere favorevole del Ministero delle Infrastrutture, del Ministero dei Beni Culturali e del Ministero dell’Ambiente recepiti in autunno 2018.
Le nuove lavorazioni comportano certamente maggiore aggravio in termini di polveri e di rumori generati dai mezzi pesanti che asportano il materiale dalla nuova strada della Vallugana, all’uopo costruita, mentre tutti i disagi derivanti dallo scoppio dell’esplosivo per lo scavo in galleria erano già previsti nel progetto originario approvato e non hanno subito alcuna modifica a seguito della variante approvata. Per questo, comprendendo i disagi connessi alla situazione, sono stati adottati tutti i più avanzati sistemi di abbattimento dei rumori e si è limitato il transito dei mezzi pesanti solamente al periodo diurno. Il Comune di Malo ha richiesto altre misure di ulteriore attenzione agli abitanti e conseguentemente il Concessionario si è reso disponibile a cambiare a proprie spese gli infissi dei fabbricati interessati dalla rumorosità del cantiere con modelli di ultima generazione per attutire l’impatto acustico e, qualora ritenuto necessario, a trasferire, sempre a proprie spese, temporaneamente coloro che avessero ritenuto motivatamente insopportabile la situazione. Nessun cittadino ha aderito ad alcuna offerta.
Nel contempo è stato proposto un ricorso al Tar Lazio da parte di Covepa contro il provvedimento di approvazione della variante del Ministero dell’Ambiente e di tutti i provvedimenti conseguenti, con richiesta di sospensiva. Il Tar non ha concesso la sospensiva e si è andati a fine aprile a discutere nel merito. Si è in attesa della sentenza.
Il 21 maggio 2019 la Procura di Vicenza ha ordinato il prelievo della documentazione tecnica e amministrativa relativa al cantiere in essere per la galleria in questione e ieri, 22 maggio, le forze dell’ordine, guardia di finanza e carabinieri forestali, hanno prelevato la documentazione per le verifiche ed indagini esplorative ritenute opportune. Il Concessionario ha fornito quanto richiesto, come da verbali rilasciati.