Truffe a concessionarie di auto fuori confine. In arresto un commerciante di 53 anni
Un vicentino è stato arrestato e si trova nei guai per presunti “affari sporchi” con più concessionarie d’auto straniere e sarà probabilmente estradato per essere processato oltre confine. Si tratta di un venditore di 53 anni – L.G.N. le sue iniziali -, il cui nome era apparso nero su bianco su un mandato di cattura europeo emesso da un giudice austriaco.
Sarebbe stato l’autore materiale di una frode da oltre 70 mila euro secondo le autorità giudiziarie che hanno raccolto le denunce di alcuni titolari di punti vendita di automobili. Dopo gli approfondimenti dei carabinieri della compagnia territoriale di Valdagno, è stato accertato che il ricercato era rientrato in Veneto, fino ad individuarlo e condurlo in caserma per l’identificazione e la notifica degli atti giudiziari a suo nome.
Valdagnese di nascita ma con ultima residenza effettiva nota a Montecchio Maggiore, il presunto faccendiere 53enne si era spostato all’estero per un periodo di tempo imprecisato, sufficiente a quanto parrebbe per portare a termine un numero imprecisato di truffe aggravate – questo il capo d’accusa a suo carico – ai danni di commercianti di autoveicoli in loco. Dopo le quali era sparito dal territorio austriaco, mentre le denunce nel frattempo proseguivano il loro corso e veniva infine emesso il mandato perentorio di arresto su tutto il suolo europeo.
Un ricercato internazionale, a tutti gli effetti quindi, su cui si erano perse le tracce. Forse le stesse forze dell’ordine vicentine, una volta ricevuta la richiesta di verificare l’eventuale presenza dell’uomo nella terra origine, disperavano di individuarlo. Al contrario l’attenta opera di ricerca ha consentito di ricostruire i suoi spostamenti, fino a imbattersi nel nuovo indirizzo di residenza nella città castellana e metterlo di fronte alle proprie responsabilità dopo le manette.
Ad attenderlo ci sarà un futuro processo in Austria. Di fronte ai giudici preposti dalla giustizia locale avrà modo di sostenere la propria innocenza anche se l’accusa, di truffa aggravata tramutatasi addirittura in un mandato di cattura internazionale, lascia intendere che a suo carico sussistano pesanti indizi di colpevolezza.