Processo Pfas, anche il Bacino del Chiampo si costituisce parte civile. Chiesti i danni
Anche il Consiglio di Bacino “Valle del Chiampo” si è espresso, aggiungendosi alla lista degli enti pubblici che intendono costituirsi come parte civile contro le industrie implicate nella dispersione delle sostanze Pfas, ritenute responsabili dell’inquinamento ambientale dell’Ovest Vicentino. Anche l’organismo di tutela delle falde acquifere e del loro utilizzo, quindi, si schiera e si “mette in fila” per la richiesta di presa in carico delle responsabilità legate all’inquinamento del sottosuolo e il conseguente risarcimento.
A darne notizia Alessia Bevilacqua, sindaco di Arzignano dove ha sede l’organizzazione di programmazione e controllo del servizio idrico, nell’edificio municipale in piazza Libertà. Un documento è stato redatto a margine della riunione, per conto dei 13 comuni consorziati per il servizio di gestione delle risorse idriche.
Questa la nota diffusa nella mattinata di sabato, mettendo nero su bianco quanto di fatto era già stato abbozzato nelle precedenti riunioni e affidando allo stesso studio legale che segue “Acque del Chiampo” nella vicenda che vede gli enti territoriali affiancare la Regione Veneto nella richiesta di ripristino e risarcimento. Il tema nevralgico è quello dei delitti ambientali, con coinvolgimento della nota industria chimica ex Miteni di Trissino. “Nell’ultima seduta del Comitato Istituzionale, il Consiglio di Bacino Valle dei Chiampo ha deciso di costituirsi parte civile anche nel procedimento penale nel reato di inquinamento ambientale delle acque sotterranee dai composti denominati FRD e C604, così come esposto in narrativa ad integrazione di quanto già stabilito dalla precedente delibera 20 del 22.10.2019″.
Anche la Valle del Chiampo raggruppa le proprie istituzioni, quindi, e si presenta compatta alla “resa dei conti” sul piano della giustizia, mentre si avvicina una nuova tappa del processo Pfas 2 in corso. A rappresentare le istanze del consorzio di tutela territoriale lo studio legale che ha chiesto e ottenuto, di recente, l’imprescrittibilità dei reati ambientali che non saranno quindi soggetti a prescrizione. Uno “spettro” che avrebbe vanificato gli sforzi per ottenere giustizia e o paventati rimborsi ai danni in calcolabili provocati dalle emissioni nocive nel sottosuolo in “zona rossa”, che travalica i confini del Vicentino.
“Il Consiglio – continua il testo – ha inoltre dato mandato allo studio legale associato Merlin & Tonellotto di Monteviale, al quale sono attribuiti tutti i necessari e pertinenti poteri e facoltà necessari, affinché, in nome, per conto e nell’interesse del Consiglio di Bacino, si costituisca parte civile nei confronti degli imputati, chieda e provveda alla citazione dei responsabili civili, chiedendo nei confronti di tutti i soggetti predetti, imputati/indagati il risarcimento di tutti i danni, nessuno escluso, che dalla vicenda oggetto di contestazione penale sono derivati al Consiglio di Bacino, anche in considerazione del ruolo istituzionale dallo stesso ricoperto ex lege in relazione alla tutela delle acque e delle attività afferenti il ciclo dell’acqua e a quelle pertinenti il servizio idrico integrato”.