Prof di liceo “infedele” alle regole intasca 189 mila euro dall’azienda di famiglia
Al mattino insegnava la sua materia di studio in un rinomato Liceo di Arzignano, mentre nelle ore rimanenti della giornata avrebbe svolto con continuità un’attività in proprio, nell’azienda di famiglia, ricoprendo incarichi strategici. Un modus operandi “fuori dalle regole” in assenza di una specifica autorizzazione, di fatto obbligatoria essendo la sua posizione di lavoro configurata a tutti gli effetti come dipendente statale.
Un’occupazione extra peraltro parecchio redditizia, secondo quanto emerge dalle indagini svolte dalla guardia di finanza vicentina, in quanto la donna deteneva il 50% delle quote della società. Così è stata denunciata una rinomata docente liceale di 62 anni, ritenuta almeno nella forma amministratore delegato di una società di capitali (dal dicembre del 2014), incarico svolto in cambio di emolumenti in denaro. A lei vengono contestati, infatti, compensi pari a 189 mila euro da quella data e fino al 2017, cifra rotonda lontana da quanto può percepire annualmente un docente di scuole superiori.
La 62enne è molto conosciuta nell’Ovest Vicentino, come apprezzata “prof” con quasi 40 anni alle spalle d’insegnamento, di questi circa 25 come docente di ruolo al liceo: rimane da verificare se la condotta illecita contestata sia stata portata in campo in buona fede, in tal caso ignorando le norme in materia di lavoro legate ai dipendenti dello Stato, oppure deliberatamente, sapendo di contravvenire alle disposizioni vincolanti. La sostanza non cambierebbe la situazione in termini di sanzioni da pagare ma attenuerebbe, al contrario, le responsabilità sul piano della propria immagine.
A “salire in cattedra” stavolta sono stati i finanzieri delle Fiamme gialle, che in base alle indagini hanno formulato le accuse nei confronti della docente arzignanese, dopo aver verificato che la stessa non disponesse di autorizzazione per poter operare in proprio, in ambito privato. A finire così nei guai è stata T.C., ad oggi indagata, che dovrà spiegare nel dettaglio in Tribunale il suo ruolo sostanziale nel giro di affari della società C.R. Spa, azienda metallurgica con sede in zona industriale ad Arzignano. Secondo gli investigatori la donna risulta inquadrata nei ruoli di consigliere e amministratore delegato della società per azioni, contravvenendo così all’ordinamento.
Un doppio ruolo nel pubblico e nel privato incompatibile con le leggi che regolano la professione di insegnante di Liceo statale. Al presidente del consiglio di amministrazione (A.C. le iniziali fornite dai finanzieri titolari dell’indagine), parente stretto dell’indagata, sarà comminata una sanzione amministrativa pari al doppio degli emolumenti corrisposto in spregio alle regole. Vale a dire circa 378 mila euro.