Tre amiche soccorrono un gatto travolto da un’auto ma è tardi: l’investitore non si ferma
Un gatto attraversa la strada, di sera, e viene investito da un’auto. Scene già viste e raccontate, quasi all’ordine di giorno sfortunatamente per i malcapitati felini che si avventurano sull’asfalto e spesso ne rimangono vittime. E’ accaduto lo scorso week end, intorno alle 23.30, in via Vicenza ad Arzignano. Ciò che sorprende – in negativo – è che l’automobilista investitore dopo l’impatto non si è fermato per verificare quanto accaduto nè soccorrere l’animaletto, in barba al codice della strada che impone un intervento tempestivo e, soprattutto, alla propria coscienza. Da evidenziare, stavolta in positivo, il tentativo di rimediare da parte di tre giovani ventenni della zona che percorrevano la stessa strada, alle spalle del veicolo killer. Tentativo purtroppo inutile.
Troppo forte l’impatto con una delle ruote anteriori del mezzo, per il micio non c’è stato scampo. “L’auto davanti alla nostra – racconta Vittoria Signorin, autrice di un post via social che ha scatenato un dibattito on line – non ha nemmeno accennato a frenare nè si è fermata dopo. Il gattino perdeva molto sangue, abbiamo provato a salvarlo e caricarlo in macchina ma è morto prima”. Le tre amiche accorse lo hanno poi avvolto in un sacchetto di plastica per non lasciarlo sul ciglio della strada, in un ultimo gesto di umanità. “Posso capire – commenta la ragazza con profonda amarezza – che, con un animale che sbuca all’improvviso, una distrazione al volante possa capitare. Ciò che lascia davvero tanta rabbia è l’indifferenza totale di fronte a ciò che è successo, perchè quest’ultima non rappresenta un incidente ma una scelta”.
Il povero micio era di colore nero e non portava un collare, probabilmente si trattava di un animale non domestico. Il che non giustifica, ovviamente, il comportamento del guidatore distratto che potrebbe incorrere in guai con la giustizia in caso di identificazione. Sul tratto di strada (rettilineo) la visibilità è buona e secondo le testimonianze delle giovani c’era tempo e spazio di manovra per evitare l’impatto, anche se il limite dei 50 km/h appariva ampiamente oltrepassato. Nella concitazione del momento nessuna delle tre è riuscita a prendere il numero di targa dei veicolo che le precedeva nè la marca o il modello dell’utilitaria, di colore scuro, che ha proseguito imperterrita la propria marcia. Un modus operandi che ha suscitato lo sdegno di alcune centinaia di internauti arzignanesi – e non solo – che hanno seguito la triste vicenda.
Oltre alla questione di coscienza, infatti, c’è un risvolto legato al reato di omissione di soccorso, sancito dal codice in base all’articolo 189 della legge n.41 del 23 marzo 2016 in tema di omicidio stradale e che riguarda anche gli animali. La sanzione pecuniaria prevista va da un minimo di 389 euro a un massimo di 1.559 euro ma non finisce qui: il rischio è di incorrere anche nel penale nel caso l’episodio sia riconducibile all’ipotesi di maltrattamenti, con pena dai 3 ai 18 mesi di condanna (a raddoppiare in caso di morte dell’animale in conseguenza alle lesioni provocate) e multa da 5 a 30 mila euro, secondo l’articolo 554-ter del codice penale. Chiamare il soccorso veterinario, in caso di incidenti analoghi, è la cosa più opportuna.