Uffici e locali ceduti a cifre irrisorie per aggirare i creditori. Maxi sequestro da 2,3 milioni
Una trentina di locali facenti parte di un complesso a vocazione residenziale e direzionale di Vicenza – in zona Ponte Alto – sono stati sequestrati in queste ore dalla Guardia di finanza provinciale, per un controvalore stimato in ben 2 milioni 334 mila euro. Sarebbero stati oggetto di operazioni di compravendita irregolari secondo l’indagine. Il tutto finalizzato a distrarre unità immobiliari altrimenti destinate a ricadere nelle procedure di fallimento di un’azienda di costruzioni edili con sede a Montebello Vicentino – la “Iniziative Ponte Alto srl” -. Questa la tesi dei finanzieri provinciali avvallata dalla Procura berica.
Si tratta di un sequestro preventivo, formula adottata sui reati di natura fiscale e fallimentare, su cui in questo caso gli investigatori indagano da mesi. La procedure di fine esercizio difatti risale al 2018, ma i gravi illeciti illeciti che sarebbero stato riscontrati risalgono anche al 2015, tanto da formalizzare la denuncia per bancarotta fraudolenta aggravata per distrazione.
Una vicenda giudiziaria che da questi giorni coinvolge indirettamente anche varie attività commerciali operanti nelle 28 unità dell’ampio fabbricato che ospita studi commerciali, medici, uffici e altre attività professionali. Le cessioni di proprietà contestate nel corso delle indagini si riferiscono al triennio 2015-2017, lasso di tempo in cui la società costruttrice accusava i primi scricchiolii per poi trovarsi in condizioni di insolvenza. Secondo i finanzieri, insomma, le vendite erano “finalizzate a favorire terze parti correlate” e inoltre “avvenute in assenza di un adeguato corrispettivo”, danneggiando in apparenza l’asset patrimoniale già critico dell’impresa ora sotto il mirino delle Fiamme Gialle, ma in sostanziale realtà i creditori, vale a dire lo Stato.
Ad oggi risultano denunciati per il reato di bancarotta fraudolenta aggravata G.D.L. (63 anni), domiciliato a Montorso Vicentino e G.B. (66), di Arzignano. Si tratta rispettivamente di chi ricopriva il ruolo di amministratore unico e sindaco unico della società ora fallita. Tra gli indagati in concorso anche i responsabili di due imprese coinvolte in compravendite dalle finalità poco chiare: G.V.P. (67 anni), di Vicenza, legale rappresentante di una società con sede a San Pietro Mussolino, oltre a A.U. (63, l’unica donna) e S.T. di 52 anni anch’essi di Arzignano. Avrebbero avuto ruolo non marginale nelle cessioni immobiliari irregolari secondo gli investigatori. Gli immobili sequestrati ai fini di confisca erano divenuti di proprietà delle imprese Stele Snc, Euroventilatori International e Immobiliare Olivo. I giudici del Tribunale di Vicenza accerteranno se gli acquisti degli immobili effettuati tra il 2015 e il 2017 furono “affari leciti” oppure frutto di accordi sottobanco al contrario al di fuori delle regole.