Omaggio alla memoria di Libero Temolo: fu martire nell’eccidio di piazza Loreto di 80 anni fa

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Libero Temolo con la moglie e il figlio Sergio

Arzignano offre un omaggio perpetuo alla memoria di un partigiano nato nella città del Grifo e il cui nome, Libero Temolo, appare nella lapide che cita i nomi e i cognomi delle 15 vittime dell’eccidio di piazza Loreto, massacro di mano nazifascista attuato all’alba del 10 agosto del 1944 nel cuore di Milano.

Al cadere dell’80° anniversario, nei giorni scorsi, si viene a conoscenza che l’inaugurazione dello spiazzo che sorge a fianco del Municipio cittadino sarà a lui intitolato, nel giorno dell’anniversario della nascita, il prossimo 31 ottobre. Il vicentino Libero, figlio di Anna e Vittorio Temolo, classe 1906, morì a soli 37 anni di età. Lui non cadde per fucilazione come si appurò in seguito, ma sotto i colpi di mitra nel tentativo di sfuggire, insieme ad un amico, a un destino altrimenti per loro già segnato.

Dopo l’infanzia nell’ovest Vicentino, trascorsa all’interno di una famiglia numerosa (erano 9 fratelli) si trasferì in Lombardia poco più che ventenne, assunto dalla Pirelli come operaio. Dopo una breve esperienza come assicuratore. Si avvicinò alla lotta clandestina nel corso del secondo conflitto, in clandestinità, attivista dei diritti di lavoratori all’interno della Pirelli, esponendosi in prima persona e attirando su di sé i sospetti. Fu arrestato nell’aprile ’44, mentre usciva dalla fabbrica della Pirelli: da quel giorno rinchiuso nel carcere di San Vittore. Non fu mai processato. Militante del Pci, con nome di battaglia “Quinto“, Temolo risulta l’unica vittima dell’eccidio di origine veneta. Era sposato e padre di un figlio (Sergio , lui mancato a inizio del 2022). Con Eraldo Soncini, come recitano le cronache del tempo, fu il primo a venire freddato da una raffica di colpi, mentre la coppia tentava la fuga.

I quindici oppositori del regime, socialisti e partigiani trucidati nell’estate del ’44 trovarono la morte per una rappresaglia ordinata dal comando nazista territoriale. L’ordine fu eseguito dai militanti della Rsi (esecutori materiali i membri della Legione Muti, una delle “squadre nere” di Milano). I loro corpi furono oltraggiati ed esposti per la mattinata nello stesso luogo dove 8 mesi e mezzo dopo, nella notte del 29 aprile 1945, furono appesi i cadaveri di Benito Mussolini, Claretta Petacci e di altri gerarchi del fascismo. I martiri fucilati 10 agosto del 1944 furono descritti al popolo come assassini. Uno scritto di Libero Temolo fu recapitato in seguito ai familiari:

Temolo Libero, coraggio e fede, sempre fede.
Ai miei adorati sposa e figlio e fratello.
Coraggio, coraggio. Ricordatevi che vi ho sempre amato.
Un abbraccio dal vostro Libero. Raccomando Sergio educatelo.
Baci a te e sposa e fratelli, Temolo.

Una commemorazione in piazza Loreto, di fronte allo storico distributore Esso ( foto di Pubblico dominio da Wikipedia)

L’iter burocratico per l’intitolazione promossa dal Comune di Arzignano si è compiuto dopo i vari nulla osta concessi, l’ultimo in ordine di tempo da parte della Prefettura dopo il vaglio dei documenti, e a breve verrà ufficializzata la data – già anticipata – e le modalità dell’inaugurazione del piazzale o piazzetta Temolo. In tanti, ad Arzignano, si ricorderanno della figura storica in virtù dello spettacolo andato in scena nel gennaio del 2023, “Temolo – Xé qua che i ga copà to pare” al teatro Mattarello, nell’ambito di una rassegna che unito storia e attualità ma anche Milano e Arzignano appunto in quell’occasione.

Nella città capoluogo meneghina è stata intitolata una via nella zona della Bicocca, vicina alla fabbrica dove Libero Temolo lavorava, a Lambrate. Inoltre, una targa commemorativa in marmo ne omaggia la memoria all’esterno di un palazzo dove egli ha vissuto, in via Casoretto. Le spoglie furono tumulate al Cimitero Maggiore di Milano. La sua storia in un podcast (clicca).