70enne si smarrisce in malga, chiede aiuto e anzichè attendere i soccorsi torna a casa
Si era trovato in seria difficoltà, dopo aver perso l’orientamento e con di fronte – a suo dire – una zona ripida e impervia che non gli permetteva di proseguire. Si era infilato in una situazione di potenziale pericolo e quindi il 70enne altopianese aveva (legittimamente) chiesto aiuto al numero di emergenza con il telefonino per poi venire contattato, ieri poco dopo le 13, direttamente dal Soccorso Alpino di Asiago.
Subito una squadra era poi partita per raggiungerlo e guidarlo in salvo dopo aver raccolto le indicazioni necessarie per raggiungerlo, nei pressi di malga Mandrielle (nella zona di Campomulo), salvo poi non trovarlo nel luogo descritto e cercarlo per 3 ore, dopo una seconda conversazione. Alla fine, il pensionato di Gallio, era riuscito a districarsi ed era tornato nella sua residenza con l’aiuto di un familiare, senza però avvertire per tempo i soccorritori che ancora erano sulle sue tracce tra i boschi non lontani da Campomulo.
Un intervento di soccorso alquanto fuori dall’ordinario e rivelatosi una perdita di tempo e risorse quello avvenuto nel primo pomeriggio di mercoledì per il team del Cnsas di stanza ad Asiago. Questo perchè il 70enne non ha rispettato l’invito a rimanere immobile da parte degli operatori in viaggio in suo soccorso, sia per la sua incolumità che per favorire la sua individuazione. Un raccomandazione disattesa a cui poi ha fatto seguito una sorta di beffa, dopo tre ore di fatica, nel venire a sapere che il “ricercato” in difficoltà si trovava già sul divano di casa, secondo il racconto della centrale del Soccorso Alpino del Veneto.
L’escursionista di Gallio aveva raggiunto la malga in bicicletta, secondo quanto reso noto nella serata di ieri, per poi proseguire a piedi la gita in un’area di montagna che a quanto pare non era ben conosciuta. Si era perso. Una volta ricontattato attraverso una seconda telefonata, poi, aveva descritto un ambiente circostante diverso rispetto alla conversazione precedente, dopo essersi spostato in barba alla richiesta di non muoversi.
Solo alle 16.30 si è capito come mai ogni tentativo di geolocalizzazione risultasse vano: l’uomo si era imbattuto in una strada e, incurante di chi lo stava cercando, ha chiamato a casa per farsi venire a prendere. O almeno così risulta dalla nota post intervento diffusa nelle ore successive all’ordine di rientro alla base per la squadra di Asiago. Nessuno si è fatto male, e questa è la nota positiva, ma ci sarà di che approfondire la bizzarra vicenda per verificare la posizione del 70enne.