Don Federico che addio! “Papamobile” e fuochi d’artificio per salutare l’amato parroco

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Chi dice che le chiese sono sempre più vuote probabilmente non è stato a Enego. Sarà che in una piccola comunità anche i dettagli fanno la differenza, sarà che Don Federico ha saputo davvero conquistare i suoi paesani, ma davvero nella comunità altopianese si respira un altro clima. Condito, stavolta, da un velo di tristezza: sì, perché l’amatissimo Don ha lasciato Enego dopo dieci anni di servizio. Non prima di una grande festa tutta per lui.

L’annuncio del trasferimento di Don Federico Meneghel era già trapelato ad inizio estate, dopo che la Diocesi di Padova aveva ufficializzato le varie nomine. Per il prelato classe 1980 approdo a Romano d’Ezzelino, non troppo distante dalla “sua” Enego, ma tanto è bastato per lasciare sinceramente amareggiati i molti fedeli che in lui avevano visto una guida oltre che un uomo, pur di Chiesa, capace di andare oltre le convenzioni per arrivare dritto al cuore della gente con giovialità e sano umorismo. E la gente ha risposto: sabato scorso, la piazza si è riempita per lui, coinvolto in una serie di simpatici scherzi culminati con un giro della via principale a bordo di una jeep attrezzata a “papamobile”. E poi i fuochi artificiali dalla torre scaligera, quasi a volerne tributare il massimo omaggio pubblico. Prima dell’ultima messa, il pomeriggio di domenica, con il commosso abbraccio del sindaco Marco Frison.

“Sono giunto a Enego senza conoscere pressoché nulla di questo paese – ha scritto Don Federico nel suo ultimo bollettino – ed esso è diventato la mia casa. Non conoscevo nessuno di voi, e siete diventati la mia famiglia. Le nostre storie, la mia e la vostra, erano diverse, ma si sono così fortemente incontrate e intrecciate che sono diventate la storia di tutti noi”.

foto copertina Giuseppe Giordano –  “L’Altopiano”