Lupi, predazioni continue in Altopiano. L’ipotesi proiettili di gomma
L’ultima mucca è stata sbranata poche ore fa, a Enego: una vitella di un anno, uccisa nei dintorni della malga Quinto Lotto Marcesina della famiglia Pagiusco. Gli allevatori sono ormai esasperati, si fanno strada ipotesi di contrasto più forti verso i branchi di lupi che, secondo i malgari, ormai non si fermano più neanche davanti ai recinti elettrificati.
“Anni di programmazione al vento”. E’ il commento, sconsolato, dell’allevatore Francesco Pagiusco, che ieri ha postato su Facebook le foto dell’ultima manza sbranata. In Altopiano la questione è molto sentita. Nella piana di Marcesina, ricca di malghe e bestie al pascolo, in particolare: l’area è molto ampia e i bovini per forza di cose tendono a disperdersi. Anche accorgendosi dell’avvicinarsi dei lupi, per gli allevatori potrebbe non esserci il tempo di intervenire. Anche le reti elettrificate non sono utilizzabili, con una morfologia del territorio di questo tipo. I malgari di Enego qualche giorno fa si sono riuniti con la locale presidente di Coldiretti, Lidia Tognon. Secondo quanto riportato dal Giornale di Vicenza, è stata fatta una stima dei bovini predati nella zona in questa stagione: oltre 170, un numero mai visto prima.
Ad ogni predazione i malgari contattano le autorità, forestali e veterinari. Cacciare i lupi è assolutamente proibito: i grandi carnivori, come l’orso, sono protetti dalla Direttiva Habitat dell’Unione Europea, norma del 1992. Così, si pensa a soluzioni che possano intimorire o allontanare i branchi. Quella più naturale, concordano alcuni esperti, sarebbero i cani da pastore di grossa taglia: in particolare i maremmani, da accompagnare alle mandrie per limitare se non contenere del tutto le predazioni. L’ipotesi sfortunatamente è però difficile da praticare, molto costosa per allevatori che tengono gli animali in alpeggio solo per tre o quattro mesi all’anno. Secondo i malgari, poi, i recinti elettrificati funzionano sempre meno. Qualche giorno fa, con una proposta che ha fatto scalpore, dalla stessa Regione Veneto si è suggerito di permettere l’utilizzo di proiettili di gomma per allontanare, previa specifica autorizzazione, i lupi da allevamenti o centri abitati: “Si usano in altre zone d’Europa per rieducare il lupo alla diffidenza verso l’uomo” ha dichiarato il governatore leghista Luca Zaia.
Intanto, in altre Regioni italiane si pensa anche a misure più drastiche. E’ il caso della Toscana e delle province autonome di Trento e Bolzano, che nei giorni scorsi hanno raggiunto un’intesa comune e rivolto una richiesta senza precedenti a Roma, al governo e all’Unione europea: poter gestire in autonomia i lupi, con la possibilità di abbattimenti selettivi oppure la cattura. L’uccisione sarebbe l’ultima soluzione, nel caso esemplari particolarmente problematici, lupi ritenuti pericolosi tanto da mettere a rischio l’agricoltura di montagna. Sul tema il dibattito è ormai nazionale. Qualche giorno fa su questo argomento l’europarlamentare leghista Mara Bizzotto ha incontrato il sottosegretario Vannia Gava. Per Bizzotto deve intervenire l’Ue: “Occorre – dichiara – una rapida modifica della Direttiva Habitat per consentire catture e abbattimenti selettivi di questi predatori che stanno causando stragi di bestiame a danno dei nostri allevatori”.