Mai più monocultura di abete rosso: la rinascita di Marcesina dopo Vaia passa per la biodiversità
Quattro anni fa la devastante tempesta Vaia che con una potenza inarrestabile spazzò via intere aree boschive lasciando dietro di se danni e paura. Un evento meteorologico straordinario che ha raggiunto i 200 chilometri orari abbattendo più di 15 milioni di alberi. Nella giornata di oggi, 4 novembre, si è svolta ad Enego la manifestazione “Marcesina, la rinascita di una Piana”. Con l’occasione è stata presentata la realizzazione del primo intervento che mira a ricostruire 6 ettari e mezzo di area boschiva, la complessa operazione prevede la messa a dimora di circa 9mila alberi oltre al recupero dei pascoli della Piana di Marcesina.
L’area è tra le più colpite dalla tempesta Vaia e l’intera zona forestale è stata quasi completamente distrutta. L’intervento è organizzato da Legambiente, Fitt, Coldiretti Vicenza e comune di Enego con il supporto della Regione del Veneto e di Veneto Agricoltura. Reso possibile grazie alla raccolta fondi promossa da Legambiente con Intesa Sanpaolo nell’ambito del progetto “Dopo la tempesta Vaia – Insieme per la rinascita dei boschi”. Un contributo economico importante è stato corrisposto anche da Fitt e un altro sarà elargito da Coldiretti Vicenza.
“Le nostre foreste – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – oltre ad essere una straordinaria ricchezza ambientale e naturalistica, sono preziosi alleati per contrastare la crisi climatica in corso. In quest’ottica l’intervento di ripristino dei boschi post Vaia non può che tenere conto di una gestione forestale sostenibile e responsabile che garantisce la conservazione della biodiversità e l’erogazione dei servizi ecosistemici per mantenere a lungo il valore ambientale, economico, sociale e culturale delle foreste: condizioni fondamentali per ridurre le emissioni di gas serra e rendere gli ecosistemi più resilienti e capaci di proteggersi da soli”.
“Appena appresa la notizia del disastro provocato da Vaia – ha raccontatoMartino Cerantola, presidente Coldiretti Vicenza – ci siamo prontamente attivati. Tutelare la montagna significa salvaguardare non soltanto le produzioni, ma anche un indotto fatto di turismo ed enogastronomia, che ha un valore cospicuo. Per questo riteniamo indispensabile da un lato incentivare l’agricoltura e gli allevamenti, comprese le malghe, nelle aree più complesse, tra cui quella montana, ed attuare un piano di interventi improcrastinabili finalizzati a contrastare il consumo indiscriminato di suolo. Essere giunti a questo punto, dopo quattro anni, significa che il nostro impegno sta portando dei risultati concreti e che abbiamo saputo fare squadra con interlocutori altrettanto qualificati ed autorevoli”.
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“Il progetto condiviso da Legambiente, Comune di Enego e Coldiretti – commenta Cristina Guarda di Europa Verde – fa ben sperare quanto a concreta ed efficace gestione del bosco in Veneto. Per questo ringrazio gli amministratori, i dottori forestali anche di Veneto Agricoltura e i volontari di Legambiente in prima linea per testimoniare la rinascita dell’area più colpita dal Vaia, nel rispetto della sua storia naturale. Si tratta di un notevole passo in avanti, che dovrebbe indurre l’amministrazione regionale a garantire pari impegno ed entusiasmo anche nella gestione dei boschi e nel contrasto alle infezioni boschive causate dal Bostrico: il personale è ridotto all’osso, manca una visione politica di gestione delle aree boschive e di conseguenti e adeguati investimenti”.
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