Farmaci e sala operatoria dell’ospedale usati a fini privati: indagati due medici. Danno da oltre 331 mila euro

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Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza ha concluso, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Vicenza, una complessa indagine in materia di spesa pubblica e sanitaria nei confronti di due medici in servizio presso l’Ospedale di Asiago, di cui uno è stato denunciato per peculato e somministrazione di medicinali scaduti e l’altro per falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale.

Gli episodi riguardano un lasso di tempo che va dal 2017 al 2020: l’indagine condotta dai militari del gruppo di Bassano del Grappa e della tenenza di Asiago è andata avanti per oltre un anno e ora ai due è stata notificata la conclusione delle indagini e l’iscrizione nel registro degli indagati. I militari, in particolare, hanno rivolto l’attenzione su alcune condotte di uno dei due medici, ora non più alle dipendenze dell’Ulss 7 Pedemontana, relative all’anomalo impiego di prodotti e dispositivi medicali nonché all’utilizzo, per fini privati, della sala operatoria del nosocomio asiaghese. Si tratta del dottor Stefano Ghiro, 62enne bassanese, già al centro di una indagine per assenteismo che si è chiusa nel luglio 2022 con il patteggiamento di una maximulta (era accusato di truffa aggravata e false attestazioni e in quella indagine era stato destinatario di un decreto del giudice per le indagini preliminari che gli vietava di recarsi ad Asiago).

Le successive indagini, delegate dalla Procura della Repubblica di Vicenza, hanno protato alle perquisizioni presso la sua abitazione e lo studio privato: qui sono stato trovati farmaci di proprietà dell’Ulss 7 Pedemontana, di cui il professionistia si era indebitamente appropriato ed è stato accertato che alcuni di questi medicinali, anche scaduti, venivano somministrati ai propri pazienti.
Esaminando una grande quantità di documenti che sono stato acquisiti durante sia le perquisizioni che presso l’Ulss, hanno consentito anche di accertare come il medico avesse utilizzato in modo improprio e per fini personali, in numerose occasioni, la sala operatoria dell’Ospedale di Asiago per effettuare interventi operatori su pazienti visitati nei suoi studi privati, in regime di “extramoenia”.

Alla luce di quanto accertato, le fiamme gialle lo hanno denunciato alla Procura per i reati di peculato e somministrazione di medicinali guasti.
Per favorire l’intervento operatorio dei pazienti visitati privatamente all’interno della struttura ospedaliera, l’uomo si era avvalso anche della collaborazione di un altro medico in servizio presso la struttura sanitaria dell’Altopiano: questi avrebbe scritto false prescrizioni mediche senza aver mai visitato i pazienti. Questo secondo medico è stato denunciato alla Procura per il reato di falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale.

Dalle indagini è emerso che complessivamente l’Ulss 7 avrebbe patito un danno da peculato di oltre 331 mila euro.
Al termine delle indagini la Procura, condividendo la ricostruzione investigativa operata dai finanzieri, ha emesso gli avvisi di conclusione delle indagini nei confronti dei due medici, per le responsabilità a ciascuno addebitate.

La reazione dell’Ulss 7 Pedemontana
L’Ulss 7 Pedemontana ha diramato una nota stampa nella quale spiega che i fatti si riferiscono al passato. “La Direzione dell’Ulss 7 Pedemontana ringrazia il Comando Provinciale della Guardia di Finanza per l’operazione condotta dai militari del Gruppo di Bassano del Grappa e della Tenenza di Asiago, relativa a fatti avvenuti diversi anni fa. Uno dei due medici coinvolti aveva già avuto un procedimento di sospensione e non lavora più per l’Azienda, a seguito di licenziamento. Per l’altro medico coinvolto, attualmente in servizio, è già stato avviato un procedimento disciplinare. L’Azienda, che ha collaborato attivamente con le indagini, continuerà ad assicurare il massimo supporto all’Autorità Inquirente e, in relazione agli sviluppi giudiziari, attiverà ogni iniziativa a difesa degli interessi pubblici che è chiamata a tutelare”.