“La nostra musica per la natura”: Valerio e Gaia raccontano il Duo Vaia
Vaia come la tempesta che nell’ottobre del 2018 spazzò via oltre 42 milioni di alberi abbattendosi feroce soprattutto tra Dolomiti e Prealpi Venete: Va-ia come le iniziali e finali dei nomi dei giovani artisti altopianesi, Valerio Cappelletti e Gaia Alberti, interpreti attenti quanto delicati di una musica che è anzitutto messaggio sociale.
Odontoiatra 27enne nativo di Rotzo lui, studentessa di ostetricia 19enne nativa di Foza lei, la giovane coppia nella vita e nell’arte si incontra quando il caso li unisce in una band, Aengels, poi sciolta nel 2022: di lì il desiderio di cimentarsi in qualcosa di diverso, una musica che non fosse solo gradevole, ma che sapesse raccontare qualcosa oltre le note per arrivare dritto al cuore di chi nel difendere l’arte, ha compreso che prescindere dalla più grande delle opere – la natura – avrebbe sminuito gran parte del messaggio. L’illuminazione durante una visita a quelle schegge di corteccia trasformate nel possente Drago alato voluto dallo scultore, altopianese anche lui, Marco Martalar: “E’ stata un po’ una folgorazione – spiega Valerio – che ci ha convinti ad associare l’acquisto di un handpan al racconto di una natura magica e fonte di vita. Al Drago abbiamo dedicato anche una canzone, ma prima ci siamo dovuti prodigare per raccogliere i fondi e dare corpo all’idea”.
E così il Duo Vaia, dopo interi weekend passati ad esibirsi tra le vie di Asiago cercando di raccogliere i fondi necessari – Valerio con le percussioni e Gaia divisa tra voce, piano e chitarra – finalmente ha realizzato l’obiettivo: “Diciamo che ci siamo finanziati grazie alla nostra musica – spiega il giovane odontoiatra che studia musica dall’età di 11 anni – e l’arrivo dell’handpan ci ha un po’ cambiati anche artisticamente. Non uno strumento per tutti i contesti, ma qualcosa che richiede silenzio, ascolto e una cornice naturale che consenta quelle vibrazioni difficilmente avvertibili ascoltandolo attraverso un video. All’inizio eravamo titubanti sulla resa, ma poi l’apprezzamento di chi ci ascoltava, ci ha convinti.”. Il tutto impreziosito dalla voce di Gaia, in perfetta sintonia col suono penetrante e rievocativo dell’handpan.
Quattro, al momento, i brani realizzati dal duo altopianese, alcuni dei quali eseguiti anche durante l’inaugurazione del Drago, risorto dalle origine del precedente, andato distrutto a causa di un incendio doloso: “Le necessità lavorative e di studio ci hanno un po’ frenato – conclude Valerio, che col suo handpan si esibisce anche in una scuola di yoga – ma vogliamo tornare presto a fare musica per comporre qualche nuovo pezzo ed arrivare, magari, ad un album tutto nostro. Anche se il sogno più bello per noi, sarebbe esibirci in un teatro, sicuramente un contesto adatto al nostro stile. Benché la prima scelta resti sempre un prato verde, tra i nostri monti: in connessione totale con quella natura che è la nostra casa, oltre che fonte di ispirazione e di saggezza”.
Quella che manca a chi la natura non la rispetta e quasi finisce per stupirsi se poi questa si ribella: in realtà, non una vendetta, ma un disperato grido di aiuto. Quasi una preghiera: che la musica porta in alto, tra le anime che sanno accoglierla.