Quattordici tra agnelli e pecore predati nella notte. Non basta il recinto elettrificato
Il branco di lupi affamati non conosce ostacoli, nemmeno se elettrificati. All’alba di domenica mattina i proprietari di un gregge di pecore si sono trovati di fronte a uno scempio a Foza, sull’Altopiano di Asiago, dopo il rinvenimento di 14 carcasse di pecore e agnelli dilaniati dai carnivori selvatici. Almeno una quindicina tra gli esemplari sopravvissuti, inoltre, risultano feriti e per alcuni di essi il rischio di ampliare la lista dei capi deceduti rimane concreto. L’attacco notturno è avvenuto a distanza di poche decine di metri dalle abitazioni del paese montano: a nulla è valso un recinto “antilupo” attrezzato con dispositivi a impulso elettrico.
Il gregge di pecore stazionava nella zona, ritenuta sicura e a ridosso del centro abitato oltre che stabilimento produttivo della Rigoni di Asiago, durante rientro dall’alpeggio estivo in val Galmarara, territorio boschivo compreso tra i comuni locali di Lusiana ed Asiago. Una sistemazione che garantiva una certa sicurezza agli allevatori, amaramente sorpresi oltre che rammaricati nel constatare che nemmeno una recinzione elettrificata – una delle misure previste dalla Regione Veneto per contrastare le predazioni – ha potuto respingere l’assalto degli affamati lupi.
Già in agosto la stessa famiglia di allevatori che gestisce gli animali aveva patito un’altra grave perdita tra capi uccisi e dispersi tra le montagne dell’Altopiano di Asiago, in seguito al precedente assalto di un branco.