Artificieri nel paese dei Baù, evacuati in 300. Il 1 giugno la disgrazia in cui morì un 30enne
Artificieri nel centro di Stoccareddo e abitazioni della frazione di Gallio evacuate per le operazioni di bonifica della casa in ristrutturazione che fu teatro di un incidente mortale lo scorso 1 giugno. Nel corso dei lavori, programmati per il mattino di giovedì 26 ottobre, in via Col Fuste, si andrà a procedere a distanza di 4 mesi e mezzo da quel tragico giovedì che precedeva il ponte festivo del 2 Giugno.
Cittadini e famiglie abbandoneranno le rispettive abitazioni del centro abitato altopianese per un raggio di 400 metri dall’area di intervento sull’ordigno residuo: praticamente tutti i circa 300 residenti della frazione lasceranno idealmente “le chiavi di casa” agli operatori delle forze dell’ordine impegnate per tutto il giorno nel cordone di sicurezza e con compiti di sorveglianza.
Giovedì, dalle 6.50 alle 7.40 tutti dovranno uscire dagli edifici, diretti verso i posti di lavoro, le scuole e per chi volesse verso l’Auditorium di Gallio messo a disposizione dal Comune per trascorrere la giornata fino al “via libera” degli artificieri. A lavorare nel sito saranno come da prassi i paracadutisti della “Folgore” del Genio Guastatori (8° reggimento) di stanza a Legnago, nel Veronese. Il piano di disinnesco e bonifica è stato disposto nei dettagli, ed è stata scelta una data con il minimo impatto in termini di disagi per la cittadinanza, con il “tempo pieno” di buona parte delle scuole dell’obbligo e un giorno infrasettimanale. Entro metà pomeriggio al massimo le operazioni dovrebbero concludersi, scongiurarsi il verificarsi di altri danni come quello recente, costato la vita proprio a un giovane del posto.
In quel tragico 1 giugno 2023 in tragiche circostanze perì un 30enne altopianese, Riccardo Baù, ferito mortalmente a causa dell’esplosione di un residuato di guerra incastonato in un muro esterno nell’edificio di proprietà della stessa famiglia della vittima. A partire da quel giorno lo stabile della famiglia Baù è rimasto sotto sequestro, dopo alcuni interventi di consolidamento interni e di chiusura dello squarcio, oltre che ragioni giudiziarie inizialmente per consentire di programmare l’accurata azione prevista per gli ultimi giorni di ottobre. Un secondo ordigno apparentemente identico a quello deflagrato era emerso dal sopralluogo.
“Riky” Baù, così conosciuto da tutti nella piccola comunità dell’Altopiano, stava tagliando quel giorno un tubo di metallo sporgente dalla parete apparentemente innocuo, rivelatosi essere un congegno bellico – affine al cosiddetto “torpedone Bettica” secondo gli esperti – pericoloso e purtroppo ancora letale ad oltre un secolo dalla costruzione. L’operatore zootecnico aveva compiuto e festeggiato i 30 anni solo pochi giorni prima e aveva scelto di dare una mano nel cantiere per agevolare la ditta impegnata nel cantiere.
La deflagrazione improvvisa e che nessuno in quel momento poteva prevedere colpì lo sfortunato ragazzo di Stoccareddo al volto e al torace, al pari delle macerie di pietre e calcinacci, facendolo ricadere all’indietro sul piano dell’impalcatura dove fu trovato esanime dopo il botto percepito a distanza di centinaia di metri. La squadra di soccorso medico riuscì a rianimarlo ma le lesioni riportate erano gravissime, le sue condizioni critiche.
Il decesso fu dichiarato a poche ore dall’evento accidentale, dopo il ricovero d’urgenza attraverso l’eliambulanza al San Bortolo di Vicenza. Un fatto che sconvolse l’intera comunità locale, attivò le indagini e accese un aspro dibattito in Altopiano sulla presenza di residuati bellici utilizzati decenni fa nell’edificare gli edifici e i pericoli collegati a questa pratica.