L’ex assessore si reinventa artista: “Sogno un Altopiano con le malghe come protagoniste”
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Da portierone dell’Asiago Hockey ad assessore al turismo del capoluogo altopianese. E ancora artista, capace di passare dall’intaglio del legno alla scrittura. E’ un vulcano in piena eruzione Nicola Lobbia, 42enne commerciante ottico residente ad Asiago, buon testimone che nella vita si può essere tante cose in una: interpretandole, stando ai risultati, tutte molto bene.
In luce, in ambito sportivo, fino alla stagione 2007/2008 grazie al ruolo di ultimo difensore nella squadra giallorossa dell’Altopiano da sempre protagonista dell’hockey ai massimi livelli, Lobbia si è poi avvicinato anche alla politica locale: “Stavo lavorando per creare una squadra tutta mia – spiega l’istrionico asiaghese – ma poi Rigoni Stern mi contattò e convergemmo su un’unica lista. Mio padre è stato assessore per molti anni, in casa ho sempre respirato quel mondo. Una voglia di fare che non deve però trasformarsi in attaccamento al ruolo: per questo non ho voluto ricandidarmi. Serviva un ricambio: così, senza polemica per chi ha compiuto scelte differenti e sinceramente grato per un mandato comunque proficuo, io il mio segnale l’ho dato”. E poi la montagna, quel senso di appartenenza e di amore viscerale verso un territorio che è una seconda pelle, tra camminate nella quiete del bosco appena innevato e le tante mattine, all’alba, a lavorare un legno che profuma di casa: “Le mie sculture – si racconta Lobbia – sono il frutto di un dialogo costante con la natura. Con una mamma appassionata d’arte e una sorella fotografa, non poteva non esserci qualcosa dentro. Una spinta a perseguire, pur senza studi accademici, certo non la ricerca del bello quanto piuttosto quelle verità a volte scomode. E’ il caso, ad esempio, dei corvi: inseguiti da pregiudizio, eppure testimoni di una terra spesso bistrattata tra inquinamento e indifferenza”.
Volatili ancora una volta protagonisti anche nel libro, “Ida e la cornacchia”, dove realtà e fantasia si combinano per trattare con intelligenza ed efficacia temi pesanti come quello del bullismo – Ida è la piccola montanara che non si cura degli abiti contadini per andare a scuola – così come la sostenibilità e l’amicizia: “L’ho scritto pensando soprattutto alle giovani generazioni – confessa l’ex amministratore, papà per la seconda volta da pochi mesi proprio di una bimba di nome Ida – perchè vorrei arrivassero loro alcuni messaggi importanti. Sogno un altopiano che pensi più a tutelare le proprie malghe che a investire in campi da golf: una terra che non dimentica le sue origini e la sua vocazione”. In attesa di un secondo volume, “Il Vinile del Bosco”, coraggioso nell’avventurarsi in un viaggio fra cambiamenti climatici e negazionismo. E il valore della memoria, oltre quelle che definisce “sterili diatribe”: “Siamo ancora fermi all’eterna lotta fra definire l’Altopiano di Asiago o dei Sette Comuni – argomenta energico il provetto scrittore – dimenticando che proprio morfologicamente esiste un centro ed una periferia. A quelli che si infervorano chiedo se comprendono quello che Asiago, con oltre 400 attività, può evocare: paragonarlo al resto è bucolica follia. E non per sminuire la periferia, che è spesso un vantaggio: le lotte facciamole per dare una migliore qualità di vita a cittadini che hanno meno di quello che dovrebbero, non sui nomi”.
Una verve che tradisce una passione politica forse non esaurita, ma senz’altro ora scavalcata da nuove esperienze tutte appaganti – le sculture sono già al centro di interessi espositivi anche di rilievo: “Mi ritengo uno che butta un po’ il cuore oltre l’ostacolo, che ci prova con ciò che può – conclude Lobbia- un po’ il coraggio, a proposito, di essere foresta e non solo albero”.