L’orso Vaia di Martalar che piace ai turisti. Ma per la famiglia offende la memoria del figlio ucciso
Mancano solo alcuni ritocchi prima dell’inaugurazione dell’ultima opera di Marco Martalar, lo sculture vicentino di Roana che restituisce vita agli alberi degli schianti del Vaia. L’orso di Molveno, sul celebre lago in Trentino, commissionato dal Comune locale all’artista che si potrebbe definire più che scultore oramai il “compositore” del legno. Circa duemila i pezzi di larice impiegati per la sua realizzazione, con il plantigrado che sorge a fianco di un sentiero già denominato “tof dell’ors” come da dialetto locale, vicino a un rifugio che si raggiunge anche grazie a una funivia. Alto circa 6 metri, è lungo 8 metri. Due mesi di lavoro per completarlo da parte di Martalar.
Un animale caratteristico, l’orso che insieme ad altri come il lupo o l’aquila indubbiamente rappresenta un simbolo delle montagne alpine. Ma a fronte di tanti placet giunti da parte di escursionisti e autorità locali che hanno visionato in anteprima l’opera in località Pradel, sono giunti anche dei commenti di ferma disapprovazione.
Accusando sia l’autore dell’intreccio di rami e radici ricavati dagli alberi caduti in valli e monti del Veneto e del Trentino Alto Adige, sia chi ha commissionato l’orso ligneo – si tratta della società che gestisce la funivia locale -, di una mancanza di tatto tra i commenti più pacati. Di una mancanza di rispetto in altri, con riferimento alla memoria di Andrea Papi, giovane trentino incappato in un esemplare di femmina adulta mentre faceva jogging su un sentiero tra i boschi nel mese di aprile 2023, nei pressi di Caldes. Andrea fu straziato: fatali le ferite profonde lasciate dagli artigli del colosso dei boschi alpini. L’orsa Jj4 fu catturata due settimane dopo ed è tutt’oggi tenuta in cattività in una struttura in Trentino. Gli ultimi aggiornamenti in merito parlavano di un trasferimento in Germania, nella Foresta Nera, nel prossimo autunno.
Per Marco Martalar si tratta di “polemiche politiche inutili“, evitando di aggiungere altro. Polemiche che sarebbero legate alle querelle in corso tra chi vorrebbe abbattere tutti gli orsi considerati pericolosi e chi invece preservare la specie. Coloro che hanno ideato e in seguito affidato allo scultore altopianese garantiscono di aver interpellato la famiglia Papi prima del via ai lavori. Versione smentita proprio dal padre di Andrea, che si è sfogato su un giornale locale, il Corriere del Trentino, dicendo: “Non ce l’ho con l’artista, che fa quello che gli viene commissionato, ma con sindaco, vicesindaco e vertici delle funivie che non hanno neanche avuto il fegato di chiedere un incontro o scriverci. Si vergognino.”