In Val di Non l’ultimo capolavoro di Martalar: “Il Radicosauro porta un messaggio di pace”


“E’ una creatura pacifica e ancestrale che, sebbene sia estremamente rara, si rivela solo ai bambini, portando con sé un messaggio di pace e di armonia tra la natura e l’essere umano”. E’ con queste parole che l’artista altopianese Marco Martalar, ha presentato ieri “Il Radicosauro”, l’ultima sua opera ora collocata al lago di Santa Giustina, nel cuore della Val di Non.
Pini, larici, faggi e abeti i cui resti, meticolosamente raccolti dallo scultore di Mezzaselva, prendono vita arricchendo via via un corpo di sostegno generalmente in legno o in metallo sino a diventare una creatura spesso sospesa tra sogno e realtà: oltre una decina quelle finora presenti e sparse per lo più in terra trentina. La più famosa, il Drago di Vaia, andato inizialmente distrutto da un incendio doloso e poi risorto – proprio coi pezzi carbonizzati del primo – nella versione “Regeneration”.
Installazioni che sono diventate vere e proprie attrazioni turistiche, capaci di portare un messaggio legato per lo più a valori di rispetto ambientale, di equilibrio tra uomo e natura e inevitabilmente di pace e rispetto: “Questa straordinaria entità nasce e vive nelle fitte foreste di tutto il mondo – scrive Martalar raccontando la sua ultima fatica – prendendo vita dalle radici di piante giunte al termine della loro vita. Si nutre esclusivamente di sole e acqua, ed è per questo che spesso può essere avvistata vicino a fiumi e laghi. Essendo essenzialmente vegetale, il Radicosauro custodisce i segreti più profondi del mondo e della vita stessa. Merita di essere trattata con il massimo rispetto”.