Un “uovo nero” sorge dalle ceneri del Drago Vaia. L’autore dell’opera: “Hai scherzato col fuoco”
E’ visibile da un paio di giorni ed è giunta a distanza di appena una settimana dal rogo del Drago Vaia – costruito sopra Lavarone, a una manciata di chilometri appena dal confine tra Veneto e Trentino – una prima risposta concreta all’atto di vandalismo che ha distrutto l’opera dell’artista e scultore di Roana Maro Martalar.
Una sorta di ceppo di legno a forma di uovo, bruciato e quindi annerito, sorge infatti tra i pezzi di legno residui delle foreste abbattute dalla tempesta Vaia di ormai quasi 5 anni fa – era la fine ottobre 2018 -, come simbolo di imminente rinascita. Nel frattempo, proprio per voce dell’artista, ha trovato conferma la natura dolosa dell’incendio. Da escludersi quindi qualsiasi fattore accidentale o naturale, come la caduta di un fulmine.
Per quanto non si abbiano per il momento notizie ufficiali riguardo all’eventuale intento di ripristinare – da zero, il 90% del materiale originale è andato perso – l’opera intitolata Drago Alato del Vaia, in molti vedono in questo gesto un segnale chiaro della volontà di restituire “vita” all’intreccio di rami e radici di legno degli schianti di alberi a causa della tempesta Vaia. Un simulacro profano divenuto in questi mesi meta di migliaia di visitatori e proprio “profanato” da una mano umana, per ora ignota. Martalar ha impiegato tre mesi di lavoro per realizzarlo, utilizzando circa 2 mila pezzi di legno non lavorati, assemblati intorno a una struttura portante sempre in legno, anch’essa divorata dalle fiamme.
Significativa in tal senso è l’immagine postata dallo scultore altopianese sul proprio profilo ufficiale, riportando queste parole: “E tu, tu che mi hai dato fuoco, ora sarai nostra preda e, dalle fiamme che tu hai causato, io rinascerò a nuova vita nel perpetuo e incessante moto circolare della sparizione e della rinascita. Quanto è piatto e banale il fuoco che m’hai appiccato. Ma quanto è stato pericoloso aver scherzato col nostro fuoco”. L’iniziativa, sia nel messaggio che il posizionamento della scultura ovoidale, sarebbe partita dal comitato Lavarone Green Land.