Una Dea con gli schianti del Vaia raffigura “Terra e Cielo”: è l’ultima opera di Mortalar
Lo scultore del legno Marco Mortalar esporta sempre più le sue opere originali anche al di fuori dei confini dell’Altopiano e del Veneto. L’ultima svelata si trova infatti in Trentino Alto Adige, precisamente a Lavis in provincia di Trento, realizzata attraverso un “intreccio” di resti degli schianti della tempesta Vaia. Prende il nome di “Terra e Cielo“, su commissione da parte di un’azienda agroalimentare della zona.
Una figura femminile, che già in tanti riconoscono come raffigurazione di una Dea, che prende corpo dagli effetti dell’uragano che a fine ottobre del 2018 devastò foreste e vallate non solo dell’Altopiano di Asiago ma anche dei territori di montagna del Trentino appunto. Alta 4 metri e costruita utilizzando rami, radici e pezzi di tronco d’albero fissati con viti, la composizione lignea è stata completata di recente.
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Per l’artista di Roana, ormai sempre più richiesto sia dal pubblico che dal privato – come in questo caso, la cantina Maso Poli di Lavis -, si tratta di una nuova opera ricca di significati e che non mancherà di divenire “scenario” di foto e selfie, come accade quotidianamente ad esempio con il “Drago alato del Vaia”, sito sulle alture di Lavarone appena oltre il confine tra le due province del Vicentino e Trentino. Sempre nel 2023, Mortalar ha realizzato tra gli altri il “Basilisc di Cevo” in Valcamonica, su commissione del Comune di Cevo.
“L’opera Terra e Cielo . spiega l’autore sulla sua pagina ufficiale – sottolinea l’importanza di un legame di nutrimento tra natura e uomo e invoca un futuro di reciproca gratitudine e rispetto per Madre Natura”.