Soccorso Alpino Veneto, oltre mille chiamate nel 2021. Ad Asiago il bilancio di un anno di missioni
In Veneto in media sono tre le chiamate al giorno che richiedono gli interventi del Soccorso Alpino e Speleologico regionale, conosciuto tecnicamente con Cnsas. Così almeno è stato nel 2021, questo significa in realtà che è nei fine settimana che i numeri delle spedizioni di salvataggio si moltiplicano, quando le montagne brulicano di visitatori, escursionisti e alpinisti. Con il periodo pandemico a influire in maniera incisiva sull’afflusso in aumento di gente in quota, spesso non abituata ad affrontare adeguatamente attrezzata le asperità e le insidie che gli esperti invece conoscono nei dettagli.
I numeri raccolti raccontano di 1.048 missioni operative, con un incremento del 6% rispetto all’anno precedente di interventi a carattere sanitario, che rappresentano la quasi totalità delle richieste di aiuto (circa il 90%). In un anno sono state 1.156 le persone soccorse. Il bilancio complessivo dell’attività del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico è stato presentato nei giorni scorsi ad Asiago sull’Altopiano, dove ha sede uno dei team di soccorso tra i più impegnati nella regione.
Nel 2021 si è registrato un incremento dei soccorsi sanitari, dovuto alla tendenza segnalata l’anno precedente e legata alla pandemia, ovvero l’aumento del turismo di prossimità. Se da una parte si sono registrati tanti frequentatori nelle montagne, che hanno preferito la sicurezza data da luoghi vicini e all’aria aperta, dall’altra emerge la maggiore superficialità nell’affrontare escursioni e le diverse discipline outdoor. Sono lievitate le emergenze legate a comportamenti superficiali, incapacità, perdita orientamento, abbigliamento inadeguato, sopravvalutazione delle proprie condizioni fisiche. “Ringrazio le centrali del Suem, con cui collaboriamo quotidianamente – dice Rodolfo Selenati presidente del Cnsas regionale nel corso della presentazione – la Protezione civile della Regione Veneto e l’assessorato alla Sanità di cui siamo punto di riferimento. Il mio ringraziamento speciale va a tutti i nostri volontari e alle loro famiglie che li sostengono quotidianamente”.
Oltre al soccorso su infortunati nel 2021 si sono registrati 72 eventi di ricerca con 89 persone, interventi che riguardano persone la cui scomparsa viene denunciata dai familiari tipicamente verso sera quando la persona risulta non rientrata a casa. Spesso si tratta di chi frequenta la montagna in solitaria, senza lasciare indicazione precisa sull’itinerario, complicando così le spedizioni di ricerca e riducendo la possibilità di venire portati in salvo dai soccorritori. “L’invito – continua il portavoce – è sempre lo stesso: non andare da soli ma, nel caso, fornire indicazioni precise sul proprio itinerario e, possibilmente, dotarsi di quelle app di geolocalizzazione che possono essere installate sul moderni smartphone”.
L’elicottero è ormai parte integrante e fondamentale del moderno soccorso alpino, con una percentuale di intervento del mezzo aereo ormai è attestata attorno al 35-40% e che varia sia in base all’orario giornaliero in cui avviene la chiamata sia, ovviamente, alle condizioni atmosferiche del momento. Rispetto alle 1.156 persone soccorse il 44% degli interventi riguarda soggetti illesi, mentre un ulteriore 47,32% riguarda i codici sanitari meno gravi: percentuali che indicano, soprattutto per la prima, la percezione sicura della presenza del Soccorso Alpino sul territorio quale struttura attivabile anche per evitare di mettersi in situazioni di peggior pericolo.