Uccide i genitori e poi si suicida. Dramma in contrada Pennar ad Asiago
Tre persone sono state ritrovate morte nel primo pomeriggio in un residence in via Pennar 206 ad Asiago. Si tratta di una coppia di anziani originari del veneziano assieme alla figlia, che stavano trascorrendo un periodo nella loro casa vacanza sull’Altopiano, nella quale soggiornavano da prima di Natale.
A quanto emerge dai primi riscontri Silvia Marzaro, 43 anni, ha somministrato una letale dose di psicofarmaci ai genitori, Italo Marzaro di 85 anni e Ubaldina Volato di 83. Fatto ciò, la donna si sarebbe infine tolta la vita.
L’allarme è stato lanciato attorno alle 15 da un vicino di casa che conosceva Silvia Marzaro, con il macabro ritrovamento effettuato alle 15.45, quando nell’abitazione sono entrati i vigili del fuoco e la polizia locale, dopo aver sfondato la porta. I due anziani erano distesi nella camera da letto, la donna invece è stata trovata esanime in corridoio. La donna avrebbe avuto una ferita alla testa. Sul posto sono quindi giunti gli operatori del Suem, i carabinieri della locale stazione e, successivamente, anche il pubblico ministero Hans Roderich Blatter.
Ancora da stabilire da quanto i tre fossero deceduti. La famiglia era molto riservata: aveva vissuto nel veneziano, in una villetta bifamiliare in via Dante a Mirano, fino a otto mesi fa, data nella quale avevano trasferito la residenza ad Asiago. La coppia non aveva altri figli e teneva rari rapporti con il vicinato a Mirano. Poi, otto mesi fa, il trasferimento nella casa di loro proprietà ad Asiago. Italo Marzaro aveva lavorato come mediatore immobiliare, mentre la moglie Ubaldina è sempre stata casalinga. Avevano avuto l’unica figlia – che al momento era disoccupata – in tarda età, dopo i quarant’anni.
Silvia Marzaro frequentava meno l’Altopiano. Pare che avesse già tentato il suicidio la scorsa estate. Se le indagini confermeranno quanto emerso in queste prime ore, è probabile che abbia voluto trascinare con sé nella morte i genitori, convinta che non avrebbero potuto riprendersi dallo choc di un suo gesto estremo.