Una raccolta d’intenti per riportare in vita la ‘Vaca Mora’ 65 anni dopo l’ultimo sbuffo
Sono passati 65 anni da quando, nel luglio del 1958, l’ultimo sbuffo e l’inconfondibile fischio salutarono i tornanti di quello che fu uno dei più rimpianti e amati tracciati ferroviari del nostro Paese.
A tal punto mai dimenticata che nonostante il passare degli anni, un gruppo di appassionati capeggiati dall’asiaghese Federico Pessina, non si è dato per vinto ed ha promosso una raccolta di manifestazioni di appoggio di privati e associazioni pronti a chiedere un impegno formale anche alle istituzioni per far tornare a scorrazzare la mitica ‘Vaca Mora’. Un’opera tutt’altro che semplice, eccettuando per un momento la dolente e non secondaria questione economica: molti terreni in cui passava la ferrovia che saliva sino ad Asiago sono ora privati e occorrerebbero solo per questo tempi biblici anche per la mera convocazione dei proprietari di riferimento.
Ma la speranza, almeno per i temerari ‘Amici del Trenino’ – a Cogollo esiste una piccola associazione nata in seguito agli eventi che tra il 2014 e il 2015 hanno celebrato proprio la memoria della compianta ferrovia – è l’ultima a morire e complice la discussione nata attorno allo studio di fattibilità per il ripristino del collegamento ferroviario con Calalzo di Cadore e Cortina d’Ampezzo in vista delle prossime Olimpiadi Invernali, la voglia di crederci è tanta.
La ferrovia Rocchette Asiago a scartamento ridotto, inaugurata il 10 febbraio 1910, collegava l’Altopiano dei Sette Comuni con la pianura tramite un percorso ardito, lungo 21,2 chilometri dei quali ben 5,7 presentavano una pendenza tra le più impegnative d’Italia (in media del 116 per mille, con punte anche del 125 per mille) ed erano affrontati tramite cremagliera: sette le stazioni partendo da Piovene Rocchette, Cogollo, Campiello, Treschè Conca, Cesuna, Canove e finendo ad Asiago. Se già nei primi anni Cinquanta, il declino del treno in favore della gomma aveva fortemente segnato il destino della Vaca Mora, è nel 1958 che arriva la tanto temuta decisione di sospendere definitivamente il servizio: il 9 dicembre 1966 fu abbattuta la parte di ferro del ponte sull’Astico, si disse per supposte cattive condizioni. Un’opera di mirabile ingegno di cui resta ora, avvinghiata da erbacce e dall’oblio del tempo, il restante in muratura. Il 26 febbraio 1977 una legge votata dal parlamento, tra la rassegnazione ed uno scarso attivismo degli enti locali, ne decise il definitivo smantellamento.
Resti di un passato che non pochi vedrebbero invece ora potenziale risorsa turistica e alternativa al traffico pesante verso l’altopiano, magari con una soluzione più green possibile, tecnologia consentendo: chi volesse sostenere la causa, può intanto scrivere ad amicidellarocchetteasiago1910@gmail.com.
Una causa senz’altro in salita, ma con un ‘ma’: un po’ come in quel tratto aspro in cui la Vaca Mora, appena lasciato il paese di Cogollo sbuffando e stridendo, procedeva comunque senza paura.