Bracconaggio, Galvanetto (Federcaccia): “da noi non tollerati, li avremmo espulsi”
“I bracconieri non sono graditi in Federcaccia, nella nostra associazione c’è sempre posto solo per i cacciatori”. È lapidario Emiliano Galvanetto, presidente provinciale dell’associazione venatoria, dopo i diversi casi verificatisi negli ultimi mesi, che rischiano di gettare una brutta luce anche su chi pratica questa attività seguendo le regole.
Tra ottobre, novembre e dicembre, infatti, sono stati diversi i casi verificatisi nel Vicentino, scoperti dalle forze dell’ordine: l’abbattimento di un ibis eremita – specie protetta e oggetto di ripopolamento – nella zona di Thiene; la denuncia alla Procura della Repubblica di due bracconieri rei di aver ucciso un capriolo; la scoperta di reti per uccellagione, varie teste di ungulati e di un camoscio appeso in un deposito a Recoaro; sempre a Recoaro due bracconieri in attività oltre l’orario consentito che puntano il fucile carico contro le guardie provinciali; l’uccisione di un cervo in località Valpiana e, prima di Natale, il sequestro di 3.700 uccelli proibiti, cacciati in Sud Italia e Nord Africa, nel frigo di un macellaio di Thiene.
Casi che, come ci tiene a sottolineare Galvanetto, «non hanno visto coinvolti soci della nostra associazione, che a livello provinciale conta oltre 4000 iscritti».
«Nessuno degli autori dei gesti balzati agli onori delle cronache fa parte di Federcaccia – conclude il presidente – anzi come associazione siamo molto attenti al rispetto delle regole. In casi gravi come questi, se si fosse trattato di nostri tesserati, sarebbero immediatamente stati espulsi, perché chi commette reati di questo tipo non è tollerato».