“Classe e distinzione” fa il pieno al Pala Romare nel segno di Marco Dall’Alba
2700 persone all’interno di un Pala Romare completamente esaurito hanno assistito ieri sera a “Classe e distinzione”, l’evento condotto dal presentatore Marco Berry e con ospiti Javier Zanetti, Carlton Myers, Juri Chechi e Maurizia Cacciatori. In un salottino montato sul parquet del Famila Basket si è parlato molto di sport, sofferenza, vittorie e paure, con gli illustri sportivi che hanno dato testimonianza del loro vissuto professionistico. Il tutto partendo dagli spunti del libro che riporta le parole di “Eggiu”, Marco Dall’Alba, protagonista silenzioso che col suo esempio ha illuminato le menti e scaldato i cuori dei tantissimi presenti.
E’ stata una serata toccante perché serviva primariamente a ricordare la vita e la grande forza di un giovane che se ne è andato troppo presto e con ancora tanto da dare agli altri, ma grazie al brillante format con cui è stata organizzata non ci sono stati momenti di eccessiva tristezza o scoramento. Eggiu infatti è stato evocato per la sua instancabile volontà di fare del bene e non arrendersi ad un destino segnato, vissuto sino all’ultimo al massimo. “Fino a due/tre giorni prima della fine Marco era sulla panchina del suo Concordia – ha detto il bravo presentatore Marco Berry, sostituto eccellente della Iena Giulio Golia che all’ultimo ha dovuto disdire la sua presenza – a testimonianza del fatto che anche tra le avversità non bisogna perdere la voglia di vivere fino in fondo l’unica vita che ci rimane”.
Berry è stato bravo, con la collaborazione dei quattro sportivi, a passare tra il giusto tono per la commemorazione di Marco e l’allegria e la frizzantezza necessaria per attualizzare e il suo esempio. Applausi scroscianti all’entrata per tutti i campioni presenti, con particolare attenzione al “Signore degli Anelli” Juri Chechi e al Capitano interista Javier Zanetti. Personaggi che hanno fatto la storia dello sport azzurro, in grado di trasmettere con parole semplici e universali concetti importanti come il lavoro, la sofferenza, l’amicizia, il valore della sconfitta, della squadra. Il tutto a partire dagli spunti offerti dal libro scritto dagli amici di Marco sulla vita del loro compagno. Frasi che venivano lette e poi commentate da Berry che girava le considerazioni agli ospiti, discutendone assieme a loro.
Diversi gli interventi toccanti che a turno i protagonisti hanno offerto sul palco, a partire da Javier Zanetti, che ha strappato applausi dicendo che “sono le sconfitte a rendere forte una squadra. Tutti alla fine di un percorso si ricordano il finale, se è vincente. Ma nessuno sa le sofferenze che si sono dovuto superare, quelle formano veramente un team”. Zanetti che è stato applauditissimo per tutta la durata dell’evento anche dai numerosi Inter club presenti a vedere il loro Capitano, sempre sobrio nel discorso e mai sopra le righe. Esattamente come lo è sempre stato in campo. Altro grande protagonista per certi versi inaspettati è stato Carlton Myers, indimenticato cestista azzurro, che ha aperto il cuore a tutta la platea sulla sua “folgorazione” di metà carriera. “Nel 2000 ero il capitano della nazionale e della mia squadra – ha detto – e avevo perso quattro scudetti di fila. Iniziando la serie di finale per giocarmi il quinto perdemmo la prima ed entrai in crisi. Non volevo più scendere in campo. Ma in quel momento di estrema difficoltà ho trovato Dio, ho capito che con l’egoismo non si va da nessuna parte. Come Eggiu ho iniziato a lavorare per gli altri – ha concluso – vincemmo quel benedetto scudetto e tutta la mia vita cambiò, entrando sotto una nuova luce”.
Non da meno anche Cacciatori e Chechi, che hanno raccontato il loro modo di affrontare e vincere le loro sfide da campioni, senza mai risparmiarsi sul campo o tra gli anelli.
La conclusione della serata è stata affidata a Don Alberto Maschio, direttore dell’oratorio salesiano dove Eggiu aveva trascorso tutta la sua vita. “Siamo chiamati questa sera a raccogliere l’eredità di Marco – ha detto il parroco – facendo qualcosa di importante, come avrebbe voluto lui. Per questo stasera tutto quello che verrà raccolto andrà all’oratorio salesiano di Aleppo, soldi che serviranno a garantire scuola e un po’ di normalità ai bambini siriani, sconvolti dalle atrocità della guerra in Siria”. Don Alberto poi vestendo la sua maglia dell’Inter, squadra di cui è tifoso, ha condotto sul palco i genitori di Marco, ringraziandoli per tutto il bene che il loro figlio ha regalato agli altri. Il tutto tra gli applausi scroscianti del Pala Romare, ormai completamente commosso.