Da gennaio direttore e servizi in comune per le Ipab di Schio, Breganze e Solagna
Migliorare l’efficienza complessiva delle strutture e sfruttare al meglio le competenze presenti, valorizzando le specializzazioni esistenti. Sono queste, in estrema sintesi, le ragioni alla base della scelta di tre Ipab presenti nel territorio dell’Ulss 7 Pedemontana di gestire in forma associata ed integrata alcuni servizi: sono l’Ipab la Casa di Schio, l’Ipab La Pieve di Breganze e l’Ipab Villa Serena di Solagna.
Un aggregato composto complessivamente da 482 posti letto (principalmente per anziani non autosufficienti) e 420 dipendenti: si tratta di tre enti che con questa scelta mirano a non farsi trovare impreparati alle sfide future. Nel giro di una decina di anni in Veneto, infatti, esploderanno i numeri della popolazione anziana: basti pensare che se nell’Alto Vicentino oggi ci sono 13 mila persone fra i 77 e i 95 anni, fra dieci anni saranno ben 18 mila. E questo accadrà in una regione in ritardo nell’emanare la legge di riforma delle Ipab (Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza, ossia gli enti pubblici che operano nell’ambito dell’assistenza e della beneficenza pubblica).
Le tempistiche
Della gestione in forma associata ed integrata dei servizi si ragiona fra le Ipab di Schio, Breganze e Solagna almeno dall’aprile scorso, quando si è iniziato a stendere uno studio di fattibilità, che è stato poi presentato in Regione all’assessora alla sanità e servizi sociali Manuela Lanzarin. Fra luglio e ottobre sono poi stati informati i sindacati, le rappresentanze sindacali unitarie di ciascun ente, il personale dipendente e i sindaci.
Il progetto prende il via con l’inizio di gennaio 2025 e in una prima fase ad essere condiviso sarà il direttore, unico e trasversale per tutti i tre gli enti ed individuato nella figura dell’attuale direttore de La Casa, Marco Peruffo. Domenica Todesco, direttore a Solagna (e che già da due anni è in condivisione con Schio) sarà vicedirettore (diversa la situazione a Breganze, dove per l’attuale direttore Lorenzo Rudella si prospetta il pensionamento nel corso del 2026). In una seconda fase, poi, si procederà alla creazione di servizi unici e trasversali, a partire dall’economato e dall’ufficio personale. Si potranno così ad esempio ottimizzare i concorsi e tutti e tre gli enti potranno contare su competenze più qualificate nel redigere i bilanci.
“Il nostro obiettivo – spiega Beppe Sola, presidente dell’Ipab La Casa di Schio ed ente capofila – è migliorare la qualità dell’azione amministrativa e dei servizi per le persone anziane non autosufficienti, valorizzando le risorse umane grazie a una strutturazione e specializzazione dei servizi, che sarà più razionale ed omogenea. Abbiamo messo in campo questo progetto anche per migliorare l’efficienza, l’efficacia e l’economicità dei nostri enti”.
Grazie all’uniformità del sistema informativo, i dipendenti coinvolti potranno lavorare dalla loro postazione anche per le altre due Ipab, mettendo a disposizione le competenze in cui sono più qualificati.
“È la Regione stessa – prosegue Sola – a promuovere forme di razionalizzazione. Noi metteremo in comune le funzioni amministrative, condividendo le buone pratiche e quindi mettendo in campo più qualità e più confronto di idee. Non è prevista ovviamente alcuna fusione o assorbimento: ciascuna Ipab manterrà la propria personalità giuridica, il patrimonio e il suo consiglio di amministrazione, così come resteranno in testa a ogni ente la funzione di programmazione di indirizzo, nonché gli organi di verifica e controllo contabile, come i collegi dei revisori dei conti e i nuclei di valutazione”.
I numeri
Il progetto avrà una durata iniziale di cinque anni e come detto coinvolge oltre 480 ospiti e 420 dipendenti: l’Ipab di Schio è ovviamente l’ente più corposo, con 300 ospiti e 250 dipendenti, mentre all’Ipab La Pieve si contano 132 ospiti (e altri 30 in centro diurno) e 140 persone come maestranze; Villa Serena a Solagna accoglie infine 50 ospiti e 30 dipendenti.
Il lavoro, quindi, data la situazione demografica, di sicuro non mancherà.
I sindaci di Breganze Alessandro Crivellaro e di Schio Cristina Marigo hanno chiesto e ottenuto rassicurazioni proprio sul fronte dei diritti dei lavoratori. Il confronto con gli uffici regionali competenti in materia è in pochi caso continuo, anche per affrontare tutti i risvolti burocratici che l’operazione prevede.