Dodici mesi visti dall’Arma: nel calendario dei carabinieri i simboli che ne hanno fatto la storia
Un altro anno accompagnato dal calendario dei carabinieri, che dal 1928 racconta la storia e i cambiamenti dell’Arma. Per 83 anni (fu interrotto nel secondo dopo guerra dal ’45 al ’49) l’iniziativa ha contribuito a presentare i carabinieri, attraverso varie sfaccettature, arrivando ad una tiratura di 1,3 milioni di copie, di cui quasi 10mila in altre lingue (inglese, francese, spagnolo, tedesco e arabo).
Il tema scelto per il 2017, svelato pochi giorni fa durante la presentazione ufficiale a Roma, va a spiegare i simboli dell’Arma: nelle dodici tavole, infatti, sono rappresentati i capi indossati dai militari nel tempo e le armi in uso abbinando per ogni mese un diverso stile con cui l’arte grafica si è evoluta nel tempo, a partire dal 1814, anno di fondazione dei carabinieri.
La carabina, l’elmetto, la daga. Ma anche gli alamari, il pennacchio, il mantello e il basco: simboli e oggetti (di ieri e di oggi) che tutti gli italiani collegano all’Arma dei carabinieri. Se ne potranno conoscere significati e curiosità sfogliando, da gennaio a dicembre, le tavole realizzate sotto la direzione artistica di Silvia di Paolo. “I due carabinieri in copertina, inseriti nell’aura rossoblu dell’Arma l’uno con l’uniforme bisecolare e l’altro con quella attuale, ambedue espressione di presenza attiva, vicina e amica, garanzia di sicurezza e tangibile segno di fedeltà – spiega nella prefazione del calendario il comandante generale Tullio Del Sette -, vegliano alla tutela della nostra gente e dei nostri agglomerati urbani”.