L’azzardo sponsor della Nazionale? Per Ginato (Pd) è un autogol
La nazionale italiana di calcio sponsorizzata del gioco d’azzardo? Pare proprio di si, ma in tanti per fortuna si stanno opponendo a questo scempio, dal deputato vicentino Federico Ginato, da sempre impegnato contro il gioco d’azzardo patologico, all’Associazione Italiana Calciatori, fino al tecnico del Leicester, Claudio Ranieri.
L’accordo di sponsorizzazione fino al 2018 fra la Figc di Carlo Tavecchio e la società Intralot del gruppo Gamenet (concessionario di Stato per scommesse, slot, vlt con un fatturato in crescita dell’8,5% e una raccolta di denaro da “giochi” di 3 miliardi di euro) non piace nemmeno a chi avrebbe potuto sedersi sulla panchina azzurra di Giampiero Ventura. “Anni fa mi proposero di essere l’ambasciatore di una birra e non ho accettato, penso non sia giusto per uno sportivo” ha affermato infatti Claudio Ranieri ritirando aRoma il premio ‘Mecenate dello Sport’ 2015 .
Parere contrario anche da parte dell’Associazione Italiana Calciatori: “L’Aic non darà l’assenso a questo contratto pubblicitario. Ne abbiamo fatto formale comunicazione al presidente federale, Carlo Tavecchio, comunicando che non ci sarà il permesso all’impiego dell’immagine dei giocatori della Nazionale” ha dichiarato il vicepresidente dell’Associazione italiana calciatori, Umberto Calcagno, facendo però dei distinguo, ossia affermando che lo sponsor «non potrà usare l’immagine dei giocatori e del gruppo azzurro, ma potrà essere associata, ad esempio, solo agli stemmi della Figc».
Il deputato vicentino del Pd Federico Ginato, relatore alla Camera della proposta di legge che punta ad abolire la pubblicità sul gioco d’azzardo rincara la dose: “Mentre in Parlamento chiediamo che ci sia il divieto di pubblicità sui giochi d’azzardo, uno degli operatori del settore viene annunciato come premium sponsor della nazionale di calcio. È un autogol, una contraddizione che in nessun modo può andare di pari passo con la battaglia per il contrasto e la prevenzione della ludopatia che stiamo portando avanti”. “E’ una decisione che ci lascia davvero senza parole e rispetto alla quale chiediamo un ripensamento da parte della Federazione Italiana Gioco Calcio – sottolinea Ginato -. La nazionale di calcio è un veicolo dei valori dello sport e per tanti bambini e ragazzi la maglia azzurra rappresenta un sogno, una speranza, un motivo di passione e condivisione. Legare quella maglia al settore dei giochi e delle scommesse è un errore. Così facendo andiamo nella direzione opposta rispetto a quanto stiamo cercando di costruire in Parlamento per regolamentare e riordinare finalmente il settore. Togliamo quindi la sponsorizzazione dalla Nazionale e andiamo invece avanti decisi con la proposta di legge per il divieto di pubblicità”.
La Figc, intanto, fa una parziale marcia indietro e dichiara che non vi saranno loghi su magliette o tute. Bisogna chiarire, però, che dalle notizie che circolano l’accordo con Intralot prevederebbe anche non meglio precisate «attività di prevenzione»: che cosa sta organizzando la FIGC? Chiederà in tal caso agli atleti di prestarsi per attività simili a quelle del criticato e criticabilissiml “gioco responsabile”?