Le “spose” e la “benedizione” del prete. L’invito del vescovo: “Prudenza ma anche disponibilità”
Unione civile tra donne “benedetta” da un sacerdote, sul caso ora interviene anche il vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol. Don Giuseppe Gobbo sabato scorso ha partecipato su richiesta delle spose alla cerimonia svoltasi in Comune a Schio e celebrata dal consigliere comunale Carlo Cunegato, e il senso della benedizione degli anelli stava nell’esigenza della coppia di giurarsi reciprocamente anche fedeltà, cosa non prevista nel rito dell’unione civile.
Il vescovo di Vicenza ha voluto incontrare personalmente don Beppe Gobbo, “sacerdote diocesano conosciuto e stimato per l’impegno sociale a favore dell’accoglienza dei minori”. Dalla curia fanno sapere che “da tale incontro è emerso chiaramente come egli abbia agito mosso da sentimenti di indubbia carità pastorale, ma abbia anche evidentemente sottovalutato l’impatto e le conseguenze dei propri gesti che hanno rischiato di apparire come una indebita equiparazione dell’ unione civile al sacramento del matrimonio”.
A questo proposito il vescovo desidera fare proprio il passaggio del discorso tenuto da Papa Francesco alla Rota Romana il 22 gennaio 2016: “Nel percorso sinodale sul tema della famiglia, che il Signore ci ha concesso di realizzare nei due anni scorsi, abbiamo potuto compiere, in spirito e stile di effettiva collegialità, un approfondito discernimento sapienziale, grazie al quale la Chiesa ha – tra l’altro – indicato al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione. Quando la Chiesa si propone di dichiarare la verità sul matrimonio nel caso concreto, per il bene dei fedeli, al tempo stesso tiene sempre presente che quanti, per libera scelta o per infelici circostanze della vita, vivono in uno stato oggettivo di errore, continuano a essere oggetto dell’amore misericordioso di Cristo e perciò della Chiesa stessa. La famiglia fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo, appartiene al ‘sogno’ di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell’umanità”. Si legge ancora nella comunicazione di monsignor Pizziol, “Papa Francesco con questo pronunciamento – e anche molti altri – ribadisce la dottrina della Chiesa sul matrimonio, ma chiede anche di avere verso tutte le persone sentimenti di misericordia e la disponibilità a un accompagnamento fatto di vicinanza, di ascolto, di pazienza e di fraternità, mettendo sempre Cristo e il suo Vangelo a fondamento e al centro del nostro incontro e del nostro dialogo”.
Il vescovo da un lato chiede ai propri sacerdoti maggiore prudenza e discernimento, dall’altro invita tutti i pastori e i fedeli della diocesi a continuare a vivere e ad annunciare il Vangelo con amore e disponibilità verso tutti, perché la fedeltà ai valori cristiani e la comprensione verso le singole persone e le differenti situazioni in cui si trovano, possano realizzarsi in un cammino di fede condiviso e di autentica carità cristiana.