Maltempo di maggio 2024, gli indennizzi “latitano”: incontri in Provincia con i sindaci


I 9,5 milioni di euro destinati ai Comuni del Vicentino colpiti dalle forti e ravvicinate ondate di maltempo 10 mesi fa, nel maggio del 2024, non bastano. I danni rilevati subito dopo i nubifragi violenti di allora e certificati dalle perizie tecniche ammontano a diversi multipli di questa cifra (dieci volte tanto), peraltro da spartirsi tra i 17 enti locali che hanno sottoscritto le richieste di risarcimento indirizzate al Governo.
In totale, sono stati invece 26 milioni e 100 euro i “denari” riservati al Veneto, anche qui del tutto insufficienti per sanare situazioni ancora irrisolte, ricordando come spesso le casse comunali non possano far fronte, da sole, alla ricostruzione di ponti crollati o altri manufatti strutturali per l’effetto dell’acqua dei canali e dei torrenti, come nel caso di Malo nell’Altovicentino. A dirla tutta, dei quasi 10 milioni solo una parte andrà ai Comuni in diretta cassa, visto che compartecipano ai contributi straordinari in questa cifra Consorzi di Bonifica, Genio Civile e Forestali.
Su richiesta dei sindaci delle comunità colpite si è tenuto questa mattina nella sede della Provincia di Vicenza un incontro tecnico a cui ha partecipato il Commissario Straordinario Luca Marchesi, affiancato dai tecnici ministeriali. Convocati dal vicepresidente Provincia Moreno Marsetti (presente anche in qualità di sindaco di Malo) e dal consigliere con la delega alla Protezione Civile Alberto Bertoldo, i primi cittadini si sono confrontati sull’iter degli indennizzi, sugli interventi realizzati e su quanto è rimasto in coda, ma non certo per rilevanza.
Ciò che rimane da fare, in termini di soluzioni progettuali da adottare e di impegno fattivo sul piano economico, rappresenta la parte più ingente. Questo dopo la priorità data nelle settimane successive allo stato calamitoso dovuto al maltempo alle istanze più urgenti. Il riferimento è al soccorso e all’assistenza alla popolazione interessata dagli eventi, con rimozione delle situazioni di pericolo per la pubblica e privata incolumità. Se per questo capitolo gli indennizzi sono giunti nei mesi scorsi a compensare le spese sostenute in regime di emergenza, le opere da affrontare e i costi connaturati rimangono un’incognita.
Al tavolo erano invitati i Comuni di Isola Vicentina, Marostica, Monte di Malo, Schio, Vicenza, Arzignano, Barbarano-Mossano, Bassano del Grappa, Lugo di Vicenza, Noventa Vicentina, Piovene Rocchette, Pojana Maggiore, Recoaro Terme, Santorso, San Vito di Leguzzano, Villaverla.
“Attualmente – ha precisato il Commissario Marchesi – sono in corso attività per impegnare l’ultima parte del fondo, che ammonta a circa 2,5 milioni di euro. Per impegnarli al meglio, si sta facendo una ricognizione di ciò che è stato fatto, delle economie di spesa, di interventi che hanno richiesto meno fondi del previsto. In questo modo, le risorse “liberate” possono essere destinate a nuovi interventi finora non rientranti nella distribuzione di fondi pregressa”. In altre parole, la volontà di procedere ai ristori riservati ai Comuni c’è, ma i tempi saranno diluiti ulteriormente, visto che le risorse citate non risultano ancora disponibili e quindi liquidabili.
In ogni caso, un passo in avanti, a margine dell’incontro, sembra stato compiuto. “Una bella notizia – commenta Marsetti – a cui ci aspettiamo però ne seguano altre, perché il fondo stanziato copre solamente una minima parte dei danni subiti. Torneremo a Roma a bussare alla porta del Ministro, ma è necessario che a questi primi 26 milioni per un intero territorio regionale ne seguano altri, per coprire i danni subiti dal patrimonio pubblico e anche dai privati. Quello su cui dovremmo e vorremmo lavorare – conclude il vicepresidente – è la prevenzione, non il post emergenza . E’ necessario che chi ci governa faccia una riflessione su stanziamenti per le manutenzioni, che possono essere svolte da enti superiori, Genio Civile, Consorzi, in modo che si eviti poi di ritrovarsi con ingenti danni sui nostri territori, massacrati da dissesti idrogeologici, con erosioni importanti di argini e intere aree sotto acqua.”
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