“Mi sento ancora di più dalla parte dei cittadini”: Piera Moro tira le somme del suo mandato
E’ fiera di aver tutelato la salute dei cittadini sulla questione della cava delle Vianelle e di aver bonificato dal Radon le scuole e l’asilo, ma si rammarica di non essere riuscita, per mancanza di risorse, a mettere mano alla ristrutturazione di Ca’ Vecie e a rivitalizzare la piazza. A fine mandato, Piera Moro, sintetizza così orgogli e rammarichi di cinque anni di lavoro. Marano Vicentino infatti, insieme a Thiene, Villaverla, Rosà Sarego, Romano d’Ezzelino, Brendola, Rosà e il neonato Comune di Val Liona andrà al voto in tarda primavera.
Sindaco, come è cambiato il suo Comune in questi cinque anni?
“Si è arricchito di partecipazione. Un obiettivo importante dell’amministrazione era dare la possibilità ai cittadini di essere protagonisti e di aumentare la consapevolezza che una comunità cresce nella misura in cui non si delega, ma ci si attiva responsabilmente”.
E per lei che ha amministrato cosa è cambiato in questi anni?
“È cambiato sicuramente il mio stile di vita: mi sono adattata ad altri ritmi, più accelerati e ho avuto una forte determinazione a raggiungere obiettivi in tempi rapidi. Un altro grande cambiamento è stato leggere il paese e i suoi bisogni con gli occhi dei cittadini. Mi sono sentita ancora più cittadina in questi 5 anni che non negli anni precedenti; sono stata ancora di più dalla parte dei cittadini. Per questo sottolineo quanto è importante per una comunità partecipare”.
Questi cinque anni son stati caratterizzati da un crisi economica e del lavoro che non riusciamo a metterci completamente alle spalle… Come ha inciso sul suo Comune e i suoi abitanti?
“La crisi economica ha inciso tantissimo. Basti pensare a delle ditte storiche e importanti di Marano che si sono dovute riconvertire, riducendo il personale. Una vicenda che accomuna tante realtà locali, appesantita ancora di più dalla crisi della Banca Popolare di Vicenza che ha messo in difficoltà tantissimi risparmiatori, anche cittadini del nostro paese. Do una cifra significativa, su tutte: una stima di 10 milioni di euro di perdita economica solo a Marano Vicentino, è come se avessimo affrontato una nuova guerra, che in questo caso è diventata una guerra dell’anima. Ritrovo cittadini più insicuri, più chiusi, meno fiduciosi e meno capaci di immaginare il futuro. Da parte nostra, abbiamo messo in campo degli strumenti che potessero sostenerli, tra cui il primo “Sportello banca” in un Comune dell’Alto Vicentino, in collaborazione con l’associazione Consumatori di Schio”.
Qual è stato il momento più difficile del suo mandato e quale il ricordo più bello?
“Un momento molto difficile è stato quando, dopo circa 5 mesi dal nostro insediamento, avevamo ereditato un bilancio fortemente negativo dalle amministrazioni precedenti. Non abbiamo dormito per notti intere, consapevoli che dovevamo decidere se avevamo la forza di andare avanti e di spiegare ai cittadini che le scelte di rigore sulle spese e sull’aumento delle aliquote erano la sola strada percorribile. Uno dei momenti più belli è stato quando abbiamo ricevuto il premio nazionale Comuni virtuosi: la dimostrazione che siamo riusciti a fare numerosi progetti per il paese, nonostante questa partenza difficile, riuscendo anche a ridurre il debito pro capite dal 2011 a oggi da 1.413 a 985 euro”.
Che punteggio darebbe ai suoi cittadini?
10, perché hanno avuto la pazienza di aspettare a vedere i risultati, protestando molto poco rispetto ai cambiamenti che abbiamo proposto, come la raccolta differenziata o la pista ciclabile per l’alta Marano dopo l’assestamento del bilancio.
Se avesse il potere di fare un regalo al suo comune cosa regalerebbe?
Donerei la fiducia negli altri e la consapevolezza che insieme si può costruire un futuro migliore per il territorio.
C’è una questione che si rammarica di non essere riuscita a risolvere in questi cinque anni?
Non sono riuscita, per mancanza di soldi, ad affrontare la ristrutturazione delle Ca’ Vecie e la rivitalizzazione della piazza a livello urbanistico. Due luoghi simbolo del nostro paese dove la costruzione del futuro avrei voluto fosse connotata dalla massima partecipazione nel concorso di idee da parte dei cittadini. Una piazza, infatti, non può essere di un architetto, ma è un bene comune.
E quale è invece la questione che è più fiera di aver risolto?
La salvaguardia dell’acqua rispetto alla vicenda della cava Vianelle e dei rifiuti speciali e la salute dei bambini avendo bonificato dal gas Radon l’asilo nido e la scuola materna.
Si ripresenta e con quale maggioranza? Che prospettive vuole dare – se si ricandida – ai prossimi cinque anni di mandato?
Come già ho avuto modo di rispondere in questi giorni, con tutto il mio gruppo e con tanti cittadini stiamo lavorando al nuovo programma politico, da consegnare ai cittadini in vista delle elezioni. È dai contenuti del programma politico che con il mio gruppo sarà deciso qual è il candidato sindaco che potrà portare avanti il programma dignitosamente e nel modo migliore possibile, fino alla fine del nuovo mandato. Capisco che questa scelta non segue i canoni della deontologia politica, ma rivendico la convinzione che il sindaco debba essere il miglior amministratore per il bene del proprio paese. E quindi: poche velleità politiche e molta concretezza, molto tempo da dedicare ed energie positive”.