Pedemontana, consiglio regionale approva l’aumento dell’Irpef. Bagarre sull’Iva da applicare
Il consiglio regionale del Veneto ha approvato con 27 voti a favore e 8 contrari la proposta di delibera 41, che prevedeva la modifica alla Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza regionale (Defr) per gli anni 2017-2019 integrandovi l’obiettivo strategico del completamento della superstrada Pedemontana veneta. In soldoni, il consiglio regionale ha aumentato l’aliquota addizionale Irpef per scaglioni di reddito, applicando per un solo anno una maggiorazione dell’1,6 per i redditi fra i 28 e i 55 mila euro, del 2 per cento per i redditi fra i 55 e i 75 mila e del 2,1 per cento per i redditi sopra i 75 mila euro. Confermata invece l’aliquota agevolata allo 0,9 per cento per i disabili o che hanno a carico un disabile con reddito annuo non superiore a 45 mila euro.
Scatenate le opposizioni: il Movimento 5 Stelle ha abbandonato l’aula al momento del voto: “Chi vuole questa Pedemontana a queste condizioni ne risponderà ai veneti. Siamo usciti per ribadire la nostra volontà di non prendere parte in alcun modo a una sentenza di condanna per i veneti. Zaia ha deciso di dare a un costruttore inadempiente 5 miliardi e 700 milioni di euro grazie alle nostre tasse, facendogli guadagnare il 47,7 per cento netto e quasi il 90 per cento lordo e questa è l’unica cosa certa di tutta la vicenda. Del quando avremo, se mai avremo, la strada e di tutte le altre cose che interessano il territorio e i cittadini, non vi è alcuna certezza. Non ci sono garanzie sugli espropri e neanche sul completamento dell’opera o sui tempi di realizzazione, ma neppure sui flussi di traffico. Al costruttore soldi e certezze, ai veneti restano solo le incognite”. “Adesso – continuano i grillini – Zaia si inventa anche l’ennesima pagliacciata della legge statale, sulla quale mente sapendo di mentire. Non sanno più che pesci pigliare”. Il M5S accusa la maggioranza di conti sballati: “Dicono a noi che non studiamo e poi non sanno nemmeno se l’Iva sul progetto è corretta o meno, ci sono milioni di euro che ballano solo perché non hanno idea di che aliquota sia da applicare”.
“È evidente che la maggioranza non ha la possibilità di spostare né un euro né un giorno rispetto alla proposta presentata in consiglio, la Zaia Tax, per finanziare la Pedemontana, altrimenti avrebbe ascoltato le nostre idee per completare l’opera. Nessuno ci ha spiegato perché: è un comportamento che mette in evidenza tutti i limiti della tanto sbandierata efficienza amministrativa della Giunta Zaia”. A dirlo è il capogruppo del Partito Democratico Stefano Fracasso, motivando il voto contrario del gruppo sulla delibera. “Le nostre proposte permettevano di non applicare la Zaia Tax e limitare l’impatto tributario, distribuendolo su tre anni. La maggioranza, però, non ha voluto neanche discuterle. Fin da quando Zaia si è presentato in aula, abbiamo chiesto di aprire un confronto e che tutti i consiglieri fossero messi nelle condizioni di accedere a tutti gli atti, inclusa la documentazione comparativa sulle tre convenzioni. Siamo consapevoli che questa opera non può restare come è adesso. È nata male, nel 2009 è stato firmato un contratto capestro a cui non è stato posto rimedio nel 2013 quando qualcosa si poteva e si doveva fare, anche perché lo Stato aveva aggiunto 300 milioni – evidenzia il capogruppo del Pd – Non possiamo accettare quanto proposto dalla Giunta Zaia. La nuova convenzione carica il rischio che prima stava sul concessionario sulle spalle della Regione; il costo che doveva essere pagato delle imprese che, ricorrendo al mercato finanziario sarebbero intervenute con le virtù salvifiche del project, viene trasferito ai cittadini, con una manovra che nel 2018 fa entrare 220 milioni nelle casse della Regione, manovra dovuta alla scelta di trasferire 300 milioni alla Sis. La nostra proposta alternativa resta in campo, il vicepresidente Forcolin ha detto che c’è tempo fino a ottobre per rivederla. Credo sia meglio evitare la brutta figura di una proposta di legge statale, meglio riconoscere le responsabilità, che sono tutte politiche, di questa situazione e aprire in modo molto trasparente un confronto con il Governo, come avvenuto nel 2013”.
Infine i consiglieri regionali Giovanna Negro (Veneto del Fare) e Maurizio Conte (Lista Tosi): “Vogliamo che l’opera venga ultimata, ma non possiamo aumentare le tasse ai Veneti per aiutare oltre il dovuto chi è stato inadempiente. Non possiamo tassare i Veneti e permettere che la componente privata dell’opera abbia un guadagno complessivo di 5 miliardi. Non possiamo continuare con un ‘socio privato’ che ha difficoltà a rispettare il cronoprogramma; che garanzie ci saranno per la componente pubblica senza una chiara valutazione dei flussi di traffico?”.