Resa dei conti domani in Consiglio Regionale sulla legge sul suicidio medicalmente assistito
Importante appuntamento domani 16 gennaio a Venezia a Palazzo Ferro Fini: in Consiglio Regionale del Veneto approda infatti (prima regione d’Italia) la proposta di legge di iniziativa popolare sul fine vita e le acque fra i partiti che sostengono Luca Zaia sono parecchio agitate.
Il presidente della Regione, quasi mai presente alle sedute del Consiglio Regionale, domani sarà in aula, perché sul tema del suicidio assistito, che ritiene una battaglia di civiltà, ha deciso di metterci la faccia, spaccando così la sua maggioranza, che dovrà decidere se stare con Zaia o con Salvini e la posizione ufficiale del partito.
La proposta di legge
Nello specifico, domani a partire dalle 10,30, il Consiglio Regionale è chiamato a discutere e votare il Progetto di legge 217, relativo alla proposta di legge di iniziativa popolare “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza n. 242 del 2019 della Corte Costituzionale”. In mancanza di una normativa nazionale che dia seguito alla sentenza della Corte Costituzionale, l’associazione Luca Coscioni ha promosso infatti una raccolta firme (oltre 9 mila in Veneto) affinché le Regioni, titolari delle competenze in materia sanitaria, definiscano il “come” e il “quando” dell’assistenza sanitaria per chi, in determinate specifiche condizioni, chiede di porre fine alla propria vita. E il Veneto sarà la prima regione d’Italia chiamata a farlo. La legge regionale definisce i tempi (non l’applicabilità, già sancita dalla Consulta) per il suicidio medicalmente assistito.
I numeri in aula
Alla proposta voterà “si” il governatore Zaia, ma la Lega sarà spaccata, mentre gli alleati diFratelli d’Italia e Forza Italia hanno annunciato che voteranno contro, in blocco. In un Consiglio Regionale dove la minoranza (che potrebbe andare in soccorso a Zaia) è ai minimi termini, non è detto che la proposta passi comunque. Il Governatore ha convocato ben due volte l’intero gruppo di consiglieri di area Lega (una trentina su 51), su questi temi, chiamando tutti alla libertà di coscienza. Sicuramente, per la Lega il voto di domani sarà una cartina di tornasole della sua doppia anima (zaiana e salviniana) che in Veneto finora si è fermata sempre a un passo dalla frattura.
L’impegno di Stefano Gheller
L’approdo in aula della proposta di legge origina dalla battaglia di Stefano Gheller, il 50enne di Cassola che da quando ha 15 anni è in carrozzina per una gravissima e incurabile distrofia muscolare facio-scapolo-omerale: una malattia degenerativa progressiva. Gheller, che Zaia ha voluto incontrare, è al momento l’unico cittadino del Veneto ancora in vita ad avere ottenuto l’autorizzazione dalla sua Unità socio-sanitaria (l’Ulss 7 Pedemontana) per il suicidio medicalmente assistito.