Running For Rangers. Le nostre interviste esclusive – Alessio Zambon
Vi avevamo parlato nelle scorse settimane dell’iniziativa di un gruppo di ultrarunner vicentini che ad agosto andranno in Kenya per correre una gara benefica di 230 chilometri. Un’iniziativa, Running For Rangers, di cui siamo fieramente media partner.
Partendo da oggi inizieremo un giro di interviste ai cinque ragazzi che correranno questa gara estrema, cercando di capire le motivazioni che li hanno portati a partecipare.
Come avrete modo di leggere, sono ragioni che legano il piacere agonistico ad una maturata consapevolezza nei confronti del tema del bracconaggio in Kenya. Un fenomeno troppo sconosciuto in Europa, e tuttavia estremamente impattante nell’ecosistema globale.
Partiamo da Alessio Zambon, 25 anni, di Zanè.
Quali sono le tue personali motivazioni per aderire ad un progetto simile di sport e solidarietà? Non stiamo parlando di poca cosa, correre 230 chilometri nella savana keniana…
Le motivazioni sono molteplici. Devo dire che è un’esperienza che si adatta perfettamente alla mia personalità. Ci sono tre cose che mi piacciono nella vita. La natura, lo sport e l’avventura, figuriamoci se poi queste mi vengono proposte tutte e tre assieme. Chi mi conosce sa quanto sia una persona sensibile nei confronti della natura, e degli animali. Sapere che posso dare il mio contributo a persone che metto la loro vita in gioco per quel che di bello è rimasto a questo mondo, mi motiva fortemente. Sapere di essere uno strumento per sensibilizzare le persone nei confronti di un tema che per molti nemmeno esiste, anche questo mi motiva molto. Poi sicuramente viene il fascino che solo una corsa in mezzo alla natura incontaminata può regalare. 230 km non sono per nulla una passeggiata, ma questa è una gran motivazione; le cose facili non mi sono mai piaciute. Ci sarà da sudare e da soffrire, ma per noi ultra maratoneti questa è LA motivazione.
Sicuramente avrai approfondito la conoscenza del tema bracconaggio in Kenya durante gli ultimi mesi. Che idea ti sei fatto? L’opinione pubblica europea è sufficientemente sensibile?
Essere coinvolto in questa causa mi ha permesso di conoscere e approfondire tematiche che non conoscevo. E questa è stata la mia grande domanda: “Se certe cose non sono arrivate a me, a quante altre persone non sono arrivate?”. Da li allora ho iniziato a documentarmi e ho scoperto il giro d’affari milionario che sta alle spalle del bracconaggio. Sono impallidito quando ho scoperto che sul mercato asiatico il corno del rinoceronte viene venduto al prezzo di 100 mila dollari al chilo, più di tre volte il prezzo dell’oro. E sono impallidito ancora di più quando ho scoperto il principale scopo per cui si uccidono brutalmente degli esseri viventi: medicina tradizionale, che tradotto significa effetti curativi miracolosi, senza nessun fondamento scientifico. In pratica stiamo estinguendo una specie animale in nome di effetti “chiromantici” inesistenti. E in tutto ciò, ci sono persone che muoiono per tentare di difendere la biodiversità. In Europa non si sa nulla, o perlomeno nessuno sa dei Rangers, che muoiono in continuazione per combattere i bracconieri. Penso che il grande scopo del nostro progetto sia la sensibilizzazione riguardo a questo tema, li dove non è ancora arrivata.
Che tipo di preparazione atletica e mentale stai seguendo? In Africa troverete delle condizioni climatiche a cui probabilmente non siete abituati.
L’aspetto del clima è ciò che mi spaventa meno. Troveremo un clima equatoriale con temperature che non superano i 30 °C, quindi diciamo che non si distanzia molto da un nostro classico agosto. Quello che forse sarà più impattante è correre 50 km al giorno dormendo in tenda e mangiando il minimo indispensabile. Difatti la corsa si svolge in autonomia alimentare, quindi la grande difficoltà sarà quella di scegliere il cibo da portare con noi, stando attenti a non esagerare per evitare di dover trasportare uno zaino troppo pesante, e stando attenti ad avere abbastanza calorie. Perché se finisci il tuo cibo o sopporti la fame o sei costretto al ritiro. Sarà quindi un grosso lavoro di pianificazione e organizzazione. Poi sperando che la logistica vado bene, bisogna preparare il fisico e le gambe. Per evitare di farmi trovare impreparato durante questi mesi correrò quotidianamente inserendo anche allenamenti lunghi in condizioni particolarmente avverse. Sicuramente allenarsi con uno scopo di questo calibro mi fornirà la spinta giusta in ogni situazione.
Quale messaggio ti senti di lanciare a tutti coloro che attraverso il nostro portale seguiranno la vostra avventura?
Quello che vorrei dire a tutte le persone che leggeranno queste mie risposte è: INFORMATEVI, sfogliate qualche giornale e navigate in internet. La situazione che viviamo ogni giorno non è quella che succede ogni giorno nel mondo, e purtroppo nel mondo succedono tante cose brutte. La nostra sarà una grande avventura, ma saremo guidati da qualcosa che va oltre allo sport. Il nostro scopo è FARE DEL BENE e portare un messaggio. La sensibilizzazione è il primo passo verso la soluzione di un problema. I rangers e gli animali hanno bisogno di voi. Noi ci siamo messi in gioco adesso, e metteremo tutti noi stessi in questo grande progetto.
Come Donare
Nei prossimi mesi l’obiettivo del team di Running for Rangers Italia sarà quello di raccogliere 20mila euro. Per fare ciò, sono disponibili dei contratti personalizzati per gli sponsor che volessero aderire alla causa. Tutte le informazioni sulla sponsorizzazione si possono richiedere all’indirizzo rfrangers.italia@gmail.com.
Altro sistema per contribuire a questa nobile causa è quello di fare una donazione al seguente link → https://www.gofundme.com/running-for-ranger-italia. Si tratta di una piattaforma online certificata e totalmente sicura, usata per raccogliere fondi per le esigenze più disparate.