Sabato al via i saldi di fine stagione: per Confcommercio la spesa sarà di 340 euro a famiglia
Pronti, ai posti, via: sabato iniziano nel Vicentino le svendite di fine stagione. “Comunque vada sarà un successo, ma solo per chi compra. Per i negozianti, invece, questi saldi non risolleveranno i bilanci”. Matteo Garzaro, presidente di Federmoda Confcommercio Vicenza sintetizza così l’arrivo degli sconti che termineranno il 31 agosto.
Come sempre, pochi giorni prima dell’inizio di quello che rimane comunque un evento significativo per il mondo del commercio, non mancano le previsioni sull’andamento dei prossimi saldi che, per l’associazione provinciale dei dettaglianti di abbigliamento e calzature non presenterà particolari sorprese: l’attesa è quella di una stabilità sugli stessi livelli dello scorso anno: vale a dire una spesa media per famiglia che si attesta sui 340 euro e un atteggiamento, da parte dei consumatori, molto selettivo, alla ricerca del miglior rapporto qualità prezzo. Chi sa sfruttare al meglio le vendite di fine stagione, dunque, l’affare lo farà di certo, perché la scelta di capi scontati sarà, come oramai da qualche anno, molto ampia e gli sconti saranno fin da subito significativi, tra il 30 e il 50 per cento.
Per i negozianti, invece, la questione è diversa: la stagione iniziata subito col piede giusto con temperature elevate non ha comunque alzato il termometro delle vendite e il motivo, per il presidente Matteo Garzaro, è evidente: “Con i saldi che arrivano così presto è logico che il consumatore tenda a rinviare gli acquisti quando sa di avere uno sconto. Se vogliamo davvero che queste vendite tornino ad avere il significato di un tempo non c’è alternativa: bisogna spostarle più in là, davvero a fine stagione, come chiediamo da tempo”. I saldi rimangono comunque un momento in cui i consumatori tornano ad “aprire il portafogli”, ma il clima generale di scarsa propensione alla spesa ne abbatte gli effetti positivi: “Noi aspettiamo da tempo l’aumento dei consumi, in verità per ora vediamo solo l’aumento dell’incertezza, con un sistema Paese che tra crisi delle banche e debolezza dell’azione di governo non lavora certo a favore della ripresa. Da anni Confcommercio indica le strade per invertire la rotta, ma di segnali in tal senso non ne vediamo. Vien da dire : non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.