Sanità, ok alle 9 Ulss. Zaia ringrazia la maggioranza, critiche le opposizioni
Mesi e mesi di confronto serrato, di emendamenti e di scontri non solo fra maggioranza e opposizione ma anche fra le diverse anime territoriali della maggioranza in Regione hanno trovato un punto fermo ieri grazie al famoso “canguro”.
Ieri pomeriggio infatti il Consiglio Regionale ha licenziato la riduzione da 21 a 9 del numero delle aziende sanitarie. “Ringrazio i Consiglieri della maggioranza per la determinazione, la tenacia e il senso del dovere dimostrato nel portare avanti una parte fondamentale della riforma della sanità veneta come l’individuazione del numero delle Ullss” ha affermato il Presidente della Regione, Luca Zaia, alla luce dall’approvazione di questo articolo del piano di riforma della sanità. “Il voto – aggiunge Zaia – è il frutto di una discussione approfondita nella quale è stato lasciato ampissimo margine all’opposizione. Com’è giusto in democrazia, però, chi ha ricevuto dai veneti il mandato di governare aveva e ha il diritto-dovere di fare delle scelte, portando avanti le riforme promesse nonostante l’ostruzionismo. Sono grato a questa squadra di maggioranza che mi segue fin dal primo giorno di legislatura, e che ha portato a termine un percorso faticoso, confermando le nove Ulss nelle quali operano già i direttori generali titolari”. “Manca ora – conclude il Governatore – una parte non meno importante relativa all’intero provvedimento. Mi auguro che, pur attraverso un doveroso e approfondito dibattito, si arrivi più presto al voto, perché la sanità veneta e i veneti hanno bisogno di questa riforma”.
“Il diritto di voto ha prevalso sul diritto di veto” ha affermato a sua volta il presidente del Consiglio Regionale, Roberto Ciambetti.
In sostanza l’approvazione dell’articolo 12 è avvenuta a maggioranza – 26 voti a 21 – e prevede il passaggio da 21 a 9 aziende sanitarie, una per provincia più due straordinarie: la Pedemontana che riunisce la 4 Alto Vicentino e la 3 Bassano, e quella del Veneto Orientale. Ci sono volute 110 ore di aula e tre mesi e mezzo di lavoro che hanno sfiorato più volte l’impasse. Da un lato c’era la promessa di Zaia (anche ieri assente in aula) in campagna elettorale di tagliare i costi riducendo il numero delle Ulss a una per provincia (quindi in sostanza risparmiando sui costi per i manager della sanità, “a regime il risparmio sarà di 40 milioni di euro afferma l’assessore alla sanità, Coletto), dall’altro l’opposizione favorevole si alla riduzione ma contraria alla soluzione individuata dalla maggioranza.
Il passaggio da 7 a 9 delle Ulss di fatto segna una vittoria per il capogruppo della Lega, il bassanese Nicola Finco (che aveva minacciato dimissioni se non fosse stata prevista la Ulss Pedemontana), per il vice governatore Gianluca Forcolin e al consigliere Francesco Calzavara, rappresentati delle istanze del Veneto Orientale, e per l’assessore Coletto stesso, che aveva puntato tutto sul no alla creazione di una Ulss Gardesana che sarebbe stata molto ben vista dai tosiani.
Le minoranze, dal canto loro, in questi mesi hanno dimostrato di poter marciare compatte su alcuni temi e di poter dare filo da torcere alla maggioranza. Imbestialiti i tosiani: “è una spartizione tra bande” ha affermato Andrea Bassi. Marino Zorzato, vice di Zaia nella precedente legislatura e ora passato sull’altro fronte della barricata, ritiene che si sia voluta bastonare anche l’Alta Padovana che Zaia non lo ha votato. Per il consigliere regionale del Pd Stefano Fracasso “è una brutta soluzione per il Veneto; buona invece per il vicentino che ne esce bene, con due Ulss”. “La soluzione adottata per il vicentino – afferma ancora Fracasso – è buona, con due realtà che seguono il criterio dei bacini ottimali di circa 400-500 mila abitanti indicato anche dall’Università Ca’ Foscari. È una soluzione che abbiamo sempre sostenuto e che chiedevamo anche per le altre province. Abbiamo fatto quanto possibile perché anche gli altri territori potessero veder riconosciute le loro prerogative. Purtroppo non sarà così: basta guardare Verona dove nascerà una Ulss mostro, che si porterà in dote decine di milioni di euro di deficit”. Da parte sua il Movimento 5 Stelle, con Jacopo Berti ricorda che nelle 110 ore di discussione in Consiglio Regionale, “a parte una passerella iniziale il Presidente Zaia non si è mai fatto vedere. Questo taglio delle Ulss non è frutto dell’ascolto dei territori: hanno fatto tutto loro”.
Martedì si riparte, con al discussione degli altri dieci articoli (oltre al taglio delle Ulss è già stato approvato anche quello che prevede la creazione dell’Azienda Zero) e le minoranze promettono ancora battaglia, con centinaia di emendamenti presentati: “benvenuti a Saigon” annuncia Manuel Brusco del M5S.