Stefano Fracasso: “Il futuro è delle rinnovabili. Ecco come smontare le fake news degli scettici”


La transizione energetica non è solo uno degli argomenti più in voga degli ultimi anni. Essa, infatti, è anche una fucina di animose polemiche, che nuociono all’adozione di comportamenti e politiche a tutela dell’ambiente e di contrasto alla crisi climatica. È dunque fondamentale dissipare i dubbi che ancora circolano in proposito. È quello che cerca di fare Stefano Fracasso con il libro “‘O sole mio. Perché gli scettici non fermeranno l’era delle rinnovabili” (Post Editori). L’autore, vicepresidente di Agsm-Aim ed ex sindaco di Arzignano e consigliere regionale, ne ha parlato con Mariagrazia Bonollo e Gianni Manuel ai microfoni della rubrica di Radio Eco Vicentino “L’Eco dei Comuni“.
Di scetticismo sulle rinnovabili, spiega Fracasso, ce n’è “tanto, direi troppo. Perché in Italia il dibattito sulla trasformazione del mondo energetico è viziato da tanti pregiudizi. Alcuni in buona fede, e sono pochi. Molti in malafede, agitati da chi ha interesse a rallentare questa trasformazione. Che è non solo necessaria, per i problemi legati al clima. Ma offre anche opportunità di crescita economica, e questo non viene quasi mai raccontato. Quindi questo è un libro per ottimisti, che vuole combattere i pessimisti”.
Lo scetticismo, per fare un esempio, va a toccare lo smaltimento delle batterie per auto elettriche. Le quali, assicura Fracasso, “si possono riciclare. Perché contengono metalli che sono riutilizzabili. I maggiori produttori di auto elettriche si stanno già attrezzando in merito”. Ma non è finita qui, perché tali batterie, è l’accusa, vengono prodotte tramite lo sfruttamento delle popolazioni africane. Per contrastare questo fenomeno, continua Fracasso, “alcune case automobilistiche come Volkswagen hanno iniziato a tracciare l’origine dei materiali. Quindi si sta lavorando anche su questo fronte”.
Al fotovoltaico, per parte sua, viene imputata la sottrazione di terreni per la produzione agricola. “Moltissimi studi – dice Fracasso – dimostrano che meno dell’1% del territorio sarebbe coperto dai pannelli. Non dimentichiamoci che oggi il fotovoltaico può essere integrato con le colture agricole, tramite il sistema dell’agrivoltaico. Addirittura, per alcune colture è positivo avere una copertura, perché le estati sono più calde. E poi non dobbiamo dimenticarci che una buona quota di terreno agricolo non è coltivata”.
Sono in tanti, infine, a tessere le lodi del nucleare quale fonte di energia del futuro. “Con le tecnologie che abbiamo – dichiara Fracasso -, possiamo decarbonizzare la produzione energetica del 90% nei prossimi dieci anni. Il nucleare potrebbe esserci utile per il 10% che rimane. Ma attenzione, perché ha tempi lunghi di realizzazione. Si fa fatica oggi ad installare un impianto eolico in Sardegna, figuriamoci otto centrali nucleari in Italia. Quindi bisogna tener conto dei tempi e dei costi. Oggi il nucleare costa ancora molto. Le rinnovabili, invece, hanno costi più bassi e tempi di realizzazione molto più brevi”.
Gabriele Silvestri
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