Vita da ex sindaco: Cortese e Orsi si raccontano, tra nostalgie e sospiri di sollievo


Il sindaco, per ovvi motivi, è una figura che gode di grande visibilità. Ma cosa accade dopo il termine del mandato? Qual’è la vita di chi dismette la fascia tricolore? Le risposte a questa domanda sono potenzialmente tante quanti sono gli ex primi cittadini del Vicentino, del Veneto e dell’Italia intera. Radio Eco Vicentino l’ha posta a Luca Cortese e Valter Orsi, ex sindaci rispettivamente di Sarcedo e Schio. Ne è nata una chiacchierata all’insegna del passato e del presente, condotta da Mariagrazia Bonollo e Gianni Manuel ai microfoni della rubrica “L’Eco dei Comuni“.
“Mi sento molto più rilassato”, confessa subito Cortese. E non potrebbe essere altrimenti, dato che aggiunge: “Ho voluto lavorare fino all’ultimo secondo per avere vivo il ricordo”. Un rilassamento, però, goduto anche in ragione degli attacchi e delle polemiche di cui i sindaci, in quanto figure politiche, diventano bersaglio. Una sfida per la quale, come sottolinea Cortese, servono “una buona preparazione, un buono spirito e una calma olimpica”.
Cortese, lasciato il municipio di Sarcedo, si dedica ora al mestiere “più difficile del mondo” (è da poco diventato papà), e si occupa anche di sicurezza sul lavoro. Orsi invece, pur essendo tornato “alle origini” (lavora nel campo delle costruzioni meccaniche), conserva ancora un piede all’interno di palazzo Garbin: egli, infatti, è l’attuale presidente del Consiglio Comunale di Schio. Del resto, come dichiara lui stesso, “la passione per l’amministrazione e la politica non finisce mai. Come qualsiasi altra passione che ti coinvolge nella vita”.
Un’esperienza, quella da primo cittadino, che suscita in entrambi nostalgie. Ma che fa anche tirare loro sospiri di sollievo. Dice Orsi: “Mi manca il muovermi a 360° nell’emisfero degli enti e dei consorzi”, allo scopo di “cercare risorse e costruire progetti insieme”. “Quello che non mi manca – continua – sono le divisioni su problemi concreti dovute all’ideologia. Nel senso che su alcuni temi a volte ci si blocca o si rallenta non di fronte a quelle che sono diversità di visione, ma di ideolgia e appartenenza politica”.
“Quello che mi manca – riprende Cortese – è andare dai ragazzi a scuola. Nel senso che abbiamo acceso decine di progetti con le scuole. E la cosa più bella era andare in paese ed essere riconosciuto dai bambini e dai ragazzi. Perché riconoscevano la figura del sindaco. Era entrato nella loro normalità avere accanto il sindaco”. Di sicuro, come è stato anticipato all’inizio, non gli mancano le polemiche associate all’attività di un primo cittadino. Essersele lasciate alla spalle, conclude, “è la cosa più bella in assoluto”.
Gabriele Silvestri
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