“Willcommen” alla delegazione di Peuerbach: l’errore del Comune scatena le critiche del web
Aggiornamento ore 16. “Für uns hängt die Freundschaft nicht an einem Buchstaben. Wir freuen uns über die herzlichen Aktivitäten von unseren Freunden aus Malo. Il sindaco di Peuerbach”. Tradotto: “Per noi l’amicizia non dipende da una lettera. Siamo lieti di conoscere le più importanti attività dei nostri amici di Malo. Il sindaco di Peuerbach”. Il post è apparso intorno alle due di pomeriggio su Facebook sulla nostra pagina, a commento di questo stesso articolo dell’Eco Vicentino. A scriverlo, con grande garbo, direttamente il sindaco della cittadina gemellata con Malo, Wolfgang Oberlehner.
La scena sull’incapacità di conoscere altre lingue calza a pennello rispetto a quanto sta accadendo a Malo. Sta indignando, infatti, molti cittadini la “figura di m….” – come è stata definita sui social – dell’amministrazione comunale, che per dare il benvenuto al comune austriaco gemellato di Peuerbach ha issato uno striscione con scritto “Willcommen”. Nessuno evidentemente si è però preso la briga di verificare che la parola fosse scritta correttamente, dato che “benvenuti” in tedesco si scrive “willkommen”, con la “k” e non con la “c”.
Lo striscione era stato issato perché una delegazione austriaca è a Malo da ieri e fino a domenica per celebrare i vent’anni del gemellaggio e quello striscione doveva darle il ben arrivato in paese.
Così da ore su uno dei gruppi Facebook dedicato a Malo, in molti faticano a farsi una ragione della brutta figura immortala nella foto postata da una concittadina (accompagnata dalla domanda sarcastica “come di dice figura di m…. in tedesco??”) che mostra l’erroraccio. Nei commenti, la maggior parte dei quali indignati, c’è però anche chi la prende sul ridere: chi dice che sarà scritto in dialetto, chi sostiene che “almeno i tedeschi si faranno una risata”. C’è però anche chi è categorico: “Una parola dovevano scrivere e l’hanno sbagliata”. Aveva cercato di correre ai ripari una dipendente del Comune, spiegando che la responsabilità non era né degli uffici comunali né degli amministratori, ma è stata costretta a cancellare il post perché evidentemente la toppa rischiava di essere peggio dello strappo, visto lo scaricabarile nei confronti dell’azienda che aveva realizzato lo striscione aveva a sua volta scatenato le reazioni degli altri utenti.