Ancora lavoro nero. In un cantiere pizzicati in tre, tra loro anche un migrante irregolare
Il “tris” di dipendenti in nero, impiegati come manovali e montatori di pavimenti e lavori di muratura, costa una denuncia e una sanzione da 6 mila euro al titolare di una ditta del settore. Questo in seguito a un’ispezione portata a termine nei giorni scorsa dal team di Fiamme Gialle di Bassano del Grappa nella stessa città vicentina.
Dei tre collaboratori impegnati nel cantiere aperto in un complesso di edifici in fase di ristrutturazione, poi, un cittadino straniero di nazionalità kosovara è risultato sprovvisto di un permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Si trova infatti in Italia in maniera regolare – quindi non in condizioni di clandestinità – ma con in possesso il solo visto turistico a scadenza.
Un “permesso breve”, della durata massima di 90 giorni, che per la legislazione vigente un extracomunitario in Italia non può essere contrattualizzato, salvo specifiche autorizzazioni speciali e, ancor meno, avvalersi delle sue prestazioni lavorative in “nero”, al pari degli altri due colleghi trovati nel cantiere. Una condotta sul reperimento di manodopera, quella posta in essere dal titolare della ditta individuale passata al setaccio dai finanzieri della sede di Bassano, fortemente lesiva dei diritti dei lavoratori e con gravi responsabilità in termini di sicurezza sul posto di lavoro, oltre che ai fini sociali di previdenza/pensionistici e di contribuzione all’erario.
Oltre alla multa da 6 mila euro comminata dalle Fiamme Gialle, le stesse unità operative hanno presentato agli uffici preposti dell’Ispettorato del Lavoro di Vicenza la richiesta formale di sospensione dell’impresa, che risulta in corso di valutazione.
Nel report diffuso dal Comando Provinciale si specifica ancora una volta che “l’attività svolta si inserisce nella più ampia attività di controllo economico del territorio svolta dalla Guardia di Finanza per individuare situazioni di sfruttamento di manodopera e carenze in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. L’impiego di lavoratori in nero costituisce una condotta che, oltre a costituire una grave forma di concorrenza sleale nei confronti degli operatori economici onesti e rispettosi della legalità, rappresenta principalmente un danno in capo ai lavoratori stessi, ai quali, infatti, non vengono riconosciuti i basilari diritti previsti dalla legge”.