Anziani non autosufficienza, l’Ulss corre ai ripari ed istituisce un’Unità Operativa Semplice

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Cresce la popolazione anziana e cresce il numero delle persone non autosufficienti e così l’Ulss 7 Pedemontana decide di rafforzare il suo impegno istituendo una struttura organizzativa inedita: l’Unità Operativa Semplice Non Autosufficienza, che per il Distretto 1 vedrà come responsabile la dottoressa Elisabetta De Luca.

Vicentina, De Luca si è laureata con lode in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Padova, dove ha conseguito anche la specializzazione in Geriatria, sempre con il massimo dei voti. Dal 2017 lavora in Ulss 7 come medico dell’Unità Operativa Complessa Disabilità e Non Autosufficienza, struttura all’interno della quale si inserisce appunto la nuova unità operativa semplice.

“Il mio incarico – spiega Elisabetta De Luca – riguarderà in particolare la gestione della non autosufficienza negli anziani, con particolare riferimento per tutte le attività di coordinamento rispetto alle strutture intermedie, dunque gli ospedali di comunità e l’Unità riabilitativa territoriale, e le case di riposo. Per quanto riguarda queste ultime, come noto non ci sono strutture residenziali a gestione diretta dell’Ulss nel nostro territorio, ma ciò non significa che non vi sia un rapporto costante e un attento monitoraggio da parte dell’azienda, con verifiche periodiche ad esempio per quanto riguarda la regolarità dei controlli medici sugli ospiti. Parallelamente continuerò a seguire l’ambulatorio territoriale del Centro per il decadimento cognitivo e le demenze, attraverso il quale svolgiamo il monitoraggio dei pazianti affetti da queste patologie”.

“Istituendo una specifica unità operativa dedicata alla non autosufficienza – spiega il direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana Carlo Bramezza – abbiamo voluto garantire maggiore attenzione rispetto ad un ambit che è di grande rilevanza sociale. Ma l’invecchiamento progressivo della popolazione ci impone di potenziare i servizi e l’impegno anche in altri ambiti rispetto alle case di riposo, al fine di favorire quanto più possibile l’autonomia residua e la permanenza a domicilio dell’anziano: ecco allora l’attenzione alle dimissioni protette e il potenziamento delle strutture intermedie, in primis gli ospedali di comunità sui quali stiamo investendo circa 2,3 milioni di euro con la realizzazione di tre strutture a Bassano, Santorso e Asiago”.