Approvata la variante Area Pengo. L’ira dei commercianti, la lettera di Poletto
Battaglia in consiglio comunale a Bassano, i commercianti agguerriti irrompono con i cartelli. Ma il piano per l’Area Pengo, alla fine, viene approvato dalla maggioranza. Il sindaco Riccardo Poletto aveva provato fino all’ultimo a convincere i negozianti della città, anche con una lettera inviata nei giorni scorsi: “Non si tratta affatto di un Nuovo Centro Commerciale”.
La variante per l’accordo pubblico-privato del rinnovo degli spazi commerciali in via Capitelvecchio è da tempo un “tema caldo” per Bassano. L’altra sera, in sala consiliare (vedi la registrazione dell’intera seduta), si è scontrata la posizione dell’amministrazione con quella delle minoranze e dei negozianti. L’assessore all’Urbanistica, Linda Munari, ha insistito sui vantaggi che secondo la maggioranza deriveranno dalla variante, in particolare la riqualificazione degli edifici degradati, assicurando che non ci sarà un incremento consistente di traffico (grazie alla futura bretella est Bassano-Cassola). Sul fronte opposto la posizione di Andrea Zonta, in minoranza con Bassano ConGiunta, e Federica Finco (Impegno per Bassano).
Inequivocabile il messaggio dei commercianti, ribadito dai loro cartelli: “Prima le strade, poi i centri commerciali”; “Centro vuoto, centro bello”.
Di seguito, riportiamo la lettera con cui il sindaco Poletto difende la scelta dell’amministrazione:
“Cari commercianti, desidero scrivervi alcune righe sul progetto di riqualificazione dell’area commerciale sita in via Capitelvecchio che sarà oggetto di discussione in Consiglio Comunale e rispetto alla quale avete più volte espresso pareri e osservazioni. Mi corre l’obbligo di precisare innanzitutto che non si tratta affatto di un “Nuovo Centro Commerciale” come spesso, purtroppo, ho avuto modo di sentire e di leggere. Cominciamo dall’attributo “nuovo”. Non sono previste nuove superfici commerciali. Si tratta di rinnovare un’area commerciale già esistente e cercare di farlo il meglio possibile, non c’è infatti un’area agricola che diventa edificabile e nemmeno un’area già edificata o edificabile che cambia destinazione urbanistica, ossia, per esempio, che da residenziale diventa commerciale. No, c’è un’area che ha già delle superfici commerciali esistenti e che potrebbe svilupparne altre con i diritti già acquisiti (indice edificatorio). Precisamente esistono già fisicamente in quell’area (ed è difficile non vederli) 10.362 mq di superficie commerciale, potrebbero essercene di diritto 14.000.
Ora, quanti ne sono previsti nel progetto di riqualificazione? 8.174, quindi più di 2.000 mq in meno di quelli che già ci sono e quasi 6.000mq in meno rispetto a quelli teoricamente edificabili. Nessuna nuova superficie commerciale quindi, anzi 2.000mq in meno di quelli già edificati. Anche l’espressione “Centro Commerciale” in questo caso è fuorviante, perché induce a pensare che, pur riducendo le superfici esistenti si vada a creare appunto un “nuovo centro commerciale”, in cui la novità consisterebbe nel fatto di creare uno “scatolone” in cui si entra da un unico accesso pedonale e al cui interno siano disposti vari negozi ecc. No, i negozi e gli altri esercizi avranno tutti l’ingresso pedonale autonomo dall’esterno, ossia dal piazzale; la novità consiste nel fatto che ci sarà un unico ingresso dalla strada per accedere ai parcheggi.
La novità infatti, ed è questa oggetto di delibera, sta nella “grande struttura di vendita” perché così si chiama quando c’è un unico accesso stradale per le auto. E’ importante ricordarlo perché la proposta che ora arriva nuovamente in Consiglio Comunale non è ovviamente quella di partenza. Sono stati posti dei limiti, sono state concordate delle condizioni che ho ricordato sopra, grazie al contributo dei consiglieri comunali e anche grazie al percorso di partecipazione fatto con voi, con i quartieri ecc. E’ stata allungata e ampliata la strada interna di accesso ai parcheggi in modo da fluidificare il più possibile il traffico in via Capitelvecchio e altro. E’ obbligatorio fare questa scelta? Assolutamente no. E’ opportuno farla? Credo proprio di sì”.