No all’autopsia sul corpo di Jacopo, il ciclista 17enne morto in Austria. Ritirato il suo n°195
La terribile notizia che ha scosso il mondo del ciclismo italiano e internazionale, legata alla morte del giovanissimo atleta vicentino Jacopo Vanzo, all’indomani della caduta letale avvenuta venerdì durante una tappa di una corsa juniores in Austria, ha oscurato lo spazio dedicato alle cronache sportive in questo ambito nel corso del week end. A iniziare dal Tour de France, ieri al traguardo finale sugli Champs Élisées a Parigi.
Di ieri sera la conferma che sul corpo del 17enne di Cartigliano, ciclista di talento in forza al team Trentino e che sognava di diventare professionista, non si effettuerà esame autoptico. Lo hanno disposto le autorità locali della provincia di Linz. I traumi da caduta riscontrati sul corpo del giovane vicentino sono stati giudicati compatibili come causa del decesso. Si fa definitiva, dunque, l’ipotesi della prima ora dell’incidente in corsa, cosa non rara nelle competizioni ciclistiche sui tratti di montagna.
Il corridore vicentino che viveva a Cartigliano e studiava a Bassano era cresciuto però nel vicino paese di Nove, da bambino e da ragazzo, e anche sul piano sportivo facendo parte del club locale che lo ha lanciato. Proprio qui sono in tanti a conoscere lui e la sua famiglia, subito salita in Austria venerdì sera non appena saputo dell’incidente, con il figlio in fin di vita sin dai soccorsi. Si tratta di una famiglia numerosa, composta dai genitori e da 6 figli, ora segnati dal lutto. Il Giro dell’Alta Austria, la classica “Junioren Rundfhart“, è stato annullato in seguito alla tragedia, su decisione del comitato organizzatore. Venerdì si stava correndo la prima tappa della competizione, quella d’esordio, in un week end che doveva essere di sport e festa per tutti.
Una prova di tre giorni di alto livello, molto importante nel circuito giovanile internazionale europeo. Una kermesse sportiva che ha visto, tra i suoi protagonisti in erba, nel passato recente, campioni affermati del World Pro Tour come lo sloveno Tadej Pogacar e lo svizzero Fabian Cancellara solo per citarne i più conosciuti. Oltre a tanti ragazzi italiani di valore e di prospettiva, come d’altronde era lo stesso Venzo. “Un ragazzo che ogni genitore vorrebbe – ha commentato uno dei dirigenti sportivi che lo hanno cresciuto e accompagnato da allievo – e che si faceva volere bene da chiunque”.
Lo strazio toccato alla famiglia e ai coetanei compagni di squadra, oltre che dei dirigenti del club Campana Imballaggi Geox&Tex 2000, si è esteso a tutti i circuiti del ciclismo pro e giovanile, alla notizia della vita spezzata nel pieno dell’adolescenza d Jacopo. Il decesso del giovane cartiglianese è stato decretato il mattino seguente all’incidente, in un ospedale di Linz. Impossibile porre rimedio alle lesioni interne riportate nella rovinosa caduta dalla sua bicicletta mentre stava affrontando un tratto di strada a Mistelbacher Berg.
In omaggio alla memoria dello sfortunato atleta veneto, oltre all’interruzione della corsa, è stato deciso anche un gesto simbolico subito apprezzato. Gli organizzatori austriaci hanno annunciato poche ore fa di aver ritirato per sempre il pettorale n°195, quello indossato venerdì alla partenza proprio dal giovane poi morto, quando al via della gara né il talento novese dei pedali né i compagni e avversari potevano presagire il dramma che da lì a poche ore si sarebbe concretizzato lungo il percorso di gara. “Il pettorale con il numero 195 non sarà riassegnato in futuro allo Junior Tour – si legge sul sito ufficiale della corsa, in lingua tedesca – e sarà quindi sempre dedicato al giovane atleta“. A Cartigliano, intanto, si è deciso di annullare il torneo di calcio canicolare tra le contrade, sempre in rispetto del dolore della famiglia Venzo.