Ecografia in strada e l’intuizione “giusta” salvano 44enne da una rara dissecazione aortica
L’intuizione di un operatore del 118 a volte è decisiva per salvare una vita, quando ogni secondo si rivela prezioso. Ne sarà testimone in prima persona un uomo di Cassola di 44 anni – P.F. le sue iniziali – sopravvissuto a un raro caso di dissecazione aortica, una lacerazione interna dell’aorta ad alto indice di mortalità. Tornato proprio ieri a casa sua dopo le dimissioni dall’ospedale, con alle spalle una corsa disperata verso il San Bortolo, un intervento salvavita di 4 ore e i ringraziamenti dovuti a chi lo ha salvato da morte certa.
Grazie alla diagnosi tempestiva di un medico del Suem di Bassano, abile a raccogliere la descrizione dei sintomi del paziente in difficoltà e associarli agli esami strumentali eseguiti praticamente in strada, i soccorritori sono riusciti a guadagnare tempo vitale. Confermando la prima ipotesi telefonica sul posto e trasferire poi la vittima del problema cardiaco al San Bortolo di Vicenza in quanto centro specializzato. Oggi, a distanza di circa una settimana da quei concitati minuti, il 44enne sta meglio e potrà gradualmente riprendersi.
Si era sentito male in casa sua, la sera di giovedì 1 aprile. Uno dolore anomalo ai denti come prima avvisaglia, poi forti fitte al torace e al braccio sinistro, indicatori di problemi in area cardiaca. Dopo mezz’ora la situazione non accenna a migliorare, il cassolese si rivolge quindi al 118. Subito parte un’ambulanza in codice rosso dal San Bassiano. Quando arrivano, i sanitari trovano il paziente che li attende in strada, cosciente: il suo racconto è preciso e la visita accurata, con elettrocardiogramma ed ecografia toracica eseguiti sul posto. L’estensione dell’indagine all’aorta e carotide sembrano confermare il sospetto: nel paziente è in atto una dissecazione dell’aorta e ogni minuto può rivelarsi decisivo.
In pochi secondi il medico soccorritore viene messo in contatto con la centrale operativa del Suem e con il cardiochirurgo di turno, decidendo di dirigersi all’ospedale di Vicenza, dove nel frattempo viene allestita una sala operatoria. L’intervento dura 4 ore ma tutto va per il meglio e, ieri, a 5 giorni di distanza da quel malore che poteva ucciderlo, il paziente è stato dimesso. “Il dott. Giordano Feltrin, il medico che era sull’ambulanza, lavora con noi da un anno – sottolinea il dott. Andrea Favaro, direttore del Pronto Soccorso di Bassano -, e ha dimostrato voglia di crescere con competenza sempre maggiore. Allo stesso tempo, questo caso conferma ancora una volta anche la qualità delle dotazioni sui nostri mezzi di soccorso, davvero all’avanguardia”. L’ottima comunicazione tra le parti in gioco ha contribuito al buon esito. “La capacità di effettuare una diagnosi tempestiva, direttamente sul posto, è fondamentale in un’ottica di sistema – spiega il dott. Federico Politi, direttore provinciale del 118 -, perché ci consente di indirizzare i soccorritori direttamente verso la struttura più idonea, evitando di dover poi trasferire il paziente da un ospedale all’altro. Tutto questo naturalmente con l’obiettivo di guadagnare tempo prezioso, soprattutto quando l’esito dell’intervento dipende anche dalla tempestività, come in questo caso”.
“Avere diagnosticato sul posto, durante l’uscita con l’ambulanza, la probabile dissecazione dell’aorta è qualcosa di eccezionale – sottolinea il dott. Paolo Magagna, responsabile di Chirurgia dell’Aorta Toracica del San Bortolo -, anche perché si tratta di una patologia rara e poco conosciuta, ma proprio l’intuizione dell’operatore del 118 ha probabilmente salvato la vita del paziente: in questi casi più tempo passa, più si riduce il tasso di sopravvivenza. La dissecazione dell’aorta viene spesso definita dagli specialisti un “killer silenzioso” perché nella maggior parte dei casi non presenta alcun sintomo: la diagnosi avviene in modo del tutto fortuito, oppure quando il paziente è già in una situazione di criticità, e in questo caso la mortalità può arrivare fino al 30%. Nelle sue varie forme, ha un’incidenza di circa 16 casi ogni 100 mila abitanti e solo in Italia, ogni anno, è responsabile di oltre 6 mila decessi”.