Celebrato il funerale del giovane barman di Bassano morto in A27 nella sua serata libera
La comunità bassanese del quartiere di Santa Croce si è riunita mercoledì nel pomeriggio, all’indomani del Ferragosto, per portare conforto ai genitori e alla sorella di “Gian” e l’ultimo saluto al giovane membro della propria comunità. Gianpaolo Lunardon, ragazzo di soli 26 anni di professione barman, è stato salutato da tanti coetanei affranti tra i banchi dinanzi all’altare e dalle famiglie di Bassano del Grappa che hanno partecipato al rito religioso.
Più di qualcuno, tra i presenti ieri dalle 16.30 nella chiesa parrocchiale locale, era tornato anzitempo dalle vacanze per portare la propria testimonianza di condivisione del lutto a familiari, amici e colleghi di Gianpaolo. Tra loro anche il sacerdote celebrante don Stefano Mazzola, che interrotto l’uscita in campeggio con i giovani della parrocchia dopo la notizia della tragedia.
Gianpaolo è morto giovedì sera lungo l’autostrada A27 in seguito allo schianto sul guardrail, nei paraggi del casello di Villorba. Si trovava al volante dell’auto di proprietà, una Renault Clio. Era la sua serata libera dal lavoro alla “Bottega Campana“, uno dei locali storici del centro di Marostica, dove questo ragazzo bassanese di 26 anni era approdato da qualche tempo, facendosi subito apprezzare da colleghi, titolare e anche dai clienti. Tutti rimasti attoniti, venerdì scorso, dopo aver appreso l’identità della vittima di un incidente mortale avvenuto a 50 chilometri di distanza. Nessuno si aspettava, quindi, tanto a Bassano che a Marostica, di dover piangere l’addio allo sfortunato 26enne, mentre l’amico che viaggiava al suo fianco è sopravvissuto al tragico impatto ed è stato ricoverato all’ospedale di Treviso.
Ieri pomeriggio, dopo la cerimonia solenne celebrata con il contributo del coro parrocchiale, il feretro ha lasciato la chiesa di Santa Croce e la salma è stata avviata alla cremazione. In tanto hanno portato parole di conforto al padre della vittima, Fabio, alla madre Antonella e alla sorella Emma. Una famiglia che tutti in oratorio conosceva, visto che lo aveva avuto in gestione per la parte del bar. Presenti anche rappresentanza del Bassano Hockey 1954, di cui era un tifosi, e dell’Associazione Italiana Soccorritori. Il locale del centro Marostica dove lavorava, all’indomani della tragedia, è rimasto chiuso in segno di rispetto alla memoria di “Gian”.