Benzina addizionata con acqua: sequestrato un distributore e 18 mila litri di carburante

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Mescolavano acqua al carburante, per guadagnare di più ed evadere le accise. Questi i riscontri delle indagini dei militari della guardia di finanza di Bassano del Grappa, che ha posto sotto sequestro la stazione di servizio Ewa a Colceresa (lungo la strada provinciale VIII “Vecchia Gasparona”) con annessi 18 mila litri di benzina e gasolio.

Il sequestro è scattato poi nei giorni scorsi, nell’ambito dei controlli finalizzati a verificare aumenti ingiustificati dei prezzi di carburanti e il corretto assolvimento delle accise. Nel dettaglio, le fiamme gialle hanno sequestro (in quanto prove) tre serbatoi interrati, due colonnine di erogazione carburante, con complessive quattro pistole erogatrici e una cassa automatica.
L’indagine era partita da alcune verifiche nei confronti della Synergy srl, con sede in via Monte Napoleone a Milano – società che opera nella distribuzione degli idrocarburi a livello nazionale e che, a quanto si apprende dal loro sito,conta su più di 150 punti di distribuzione in tutta Italia -e presso il punto di distribuzione di carburante al dettaglio appunto a Colceresa.
Nel corso delle indagini, in particolare, alla ricerca di eventuali miscelazioni di prodotti petroliferi in evasione di accise e Iva, sono stati eseguiti presso il distributore alcuni accertamenti con strumenti idonei a verificare la composizione degli idrocarburi e le quantità di erogazione.

 

I finanzieri hanno così appurato che all’interno delle cisterne di gasolio e di benzina vi era una rilevante presenza di acqua, oltre il limite consentito dalla normativa: mischiata al carburante, veniva erogata durante i normali rifornimenti di ignari clienti.
Accertata l’irregolarità, è immediatamente scattato il sequestro: nelle tre cisterne c’erano rispettivamente 7.240 e 5.613 litri di diesel e 4.679 litri di benzina, per un totale di circa 18 mila litri di carburante miscelato con acqua.
Il legale rappresentante della società, gestore dell’impianto, è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Vicenza per il reato di frode in commercio.

Duplice il potenziale danno al consumatore finale: sia in termini di qualità del prodotto, con il conseguente rischio di danneggiare le vetture rifornite (e da alcune testimonianze proprio questo sarebbe avvenuto), sia in termini quantitativi, tenuto conto della minore quantità di diesel o benzina erogati e praticando così una concorrenza sleale nei confronti dei distributori stradali che nel territorio operano in modo onesto.L’attività delle fiamme gialle si inserisce nel quadro della campagna di controllo economico del territorio a tutela dei consumatori e degli operatori onesti del settore. L’intercettazione di eventuali manovre speculative avviene anche sfruttando le segnalazioni che pervengono dai cittadini al numero di pubblica utilità 117. Spetterà poi alla magistratura, nei suoi diversi gradi di giudizio, accertare definitivamente l’eventuale colpevolezza.

Non è la prima volta che la rete di distributori Ewa è al centro di indagini: in provincia di Torino a Germignano, nel marzo dell’anno scorso funzionari dell’Agenzia Dogane Monopoli hanno sequestrato una stazione di servizio Ewa e il titolare era stato denunciato per frode in commercio e per mancato rispetto delle normative ambientali. Nel corso di un controllo fu accertata una perdita di gasolio dalla testa del misuratore e la mancata taratura degli strumenti di erogazione del carburante. Inoltre l’impianto aveva anche il bollino di verifica periodica scaduto e anche altre mancanze di strumentazioni previste dalla legge.
Nel novembre scorso, invece, nel corso di una importante operazione contro il caporalato, era emerso un fenomeno di sfruttamento di lavoratori addetti ai distributori di carburanti del marchio: lavoratori sfruttati 12 ore al giorno per 3 euro l’ora, con un profitto illecito di 835mila euro, corrispondente ai compensi mai versati a 10 lavoratori in nero e 110 irregolari.
Più indietro nel tempo, nel 2019, la rete Ewa fu al centro di una indagine della guardia di finanza di Caserta per una maxievasione di imposte per ben 5 milioni di euro.