Condanna confermata in appello: 21 anni a Cappellari. Uccise la compagna nel camper

Il Tribunale di Venezia ha confermato in Corte d’Appello la condanna per omicidio volontario a carico di Henrique Cappellari, oggi 31enne che uccise – quasi tre anni fa – la compagna Giulia Rigon nell’ autocaravan che la coppia condivideva adattandolo per viverci. In quegli ultimi giorni di autunno il camper si trovava in un parcheggio di Bassano del Grappa, in via Capitelvecchio.

Era il 19 dicembre del 2012 e la giovane donna originaria di Asiago – e che aveva 31 anni al momento dell’assassinio – fu picchiata con brutalità fino a morire a causa delle lesioni interne riportate. Tesi dell’accusa che i legali difensori del condannato in primo e adesso in secondo grado hanno sempre cercato di smentire con forza, non ravvisando prove certe di colpevolezza del loro assistito. L’uomo, infatti, ha negato di aver ucciso a calci e pugni la fidanzata, offrendo più versioni dei fatti discordanti tra loro secondo le cronache giudiziarie. L’autopsia rivelò lo sfondamento del torace della ragazza: per gli investigatori dovuto allo slancio di violenza senza freni del suo assassino, per i difensori al tentativo di rianimarla.

Il giovane avvertì i vigili del fuoco alle 6.40 del mattino e i soccorsi trovarono la giovane vicentina già senza vita da ore. La versione della caduta dai gradini d’accesso al caravan fu smentita dalla squadra Ris di Parma inviata sul posto, a supporto dei rilievi dei Carabinieri. Il processo si era aperto a inizio anno 2024 nella sede di giustizia di Borgo Berga a Vicenza con la richiesta dell’ergastolo per Henrique Cappellari, condannato a 21 anni di carcere e tre di libertà vigilata. Ieri, nell’aula bunker allestita nella sede di Mestre, la conferma della prima deliberazione dei giudici berici.

Lui era originario di Foza, sempre sull’Altopiano, italobrasiliano, ma di fatto senza fissa dimora e con una storia personale di disagio ed eccessi alle spalle. Lei lavorava da pochi mesi come commessa da qualche mese in un supermarket di Romano d’Ezzelino, da unica fonte di sostentamento per entrambi in quel periodo. Giulia Rigon portava lo stesso nome di battesimo di Giulia Cecchettin, ma è stata uccisa due anni prima rispetto al caso al caso della ragazza di Vigonovo con la quale condivide il triste destino e la mano omicida di una persona che avrebbe dovuto amarla e difenderla.

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