Cornacchia impiccata ad un ulivo tra i campi. Lav Bassano: “Atto barbaro e crudele”
Un ritrovamento macabro di un esemplare morto di cornacchia, appeso ad un albero di ulivo, sta suscitando sdegno in ogni sede. Il fatto risale ai giorni scorsi, ma è stato reso noto stamattina attraverso l’associazione Lav di Bassano del Grappa, dopo aver segnalato alla Polizia Provinciale competente il grave episodio di crudeltà nei confronti dell’animale d’aria. Di fatto il volatile selvatico è stato probabilmente impiccato, in un’area rurale di periferia della città bassanese.
Da rimarcare come le cornacchie, così come gli animali selvatici in genere, godono in generale della protezione garantita dalla legge 157/92. La cattura, tortura e uccisione di qualsiasi esemplare costituisce un reato penale, per cui il responsabile del gesto sarà incriminato una volta individuato dalle autorità competenti. Anche se, va detto, una determina della Provincia di Vicenza (n°287, anno 2017) che riguarda i “piani di contenimento” ne consente l’abbattimento controllato attraverso apposite trappole e successiva soppressione per eutanasia, oppure su colpo d’arma da fuoco. Previa autorizzazione e con l’obbligo di successivo rendiconto. D
Un fascicolo d’indagini sarebbe già stato aperto dopo l’intervento per i rilievi del caso da parte degli agenti provinciali di Vicenza, ai quali spetterà il compito di accertare eventuali violazioni delle norme vigenti, compreso il piano quinquennale che ne regola la popolazione e l’abbattimento. Saranno inoltre acquisite eventuali testimonianze utili per individuare il responsabile.
Come noto, questi ed altri uccelli selvatici spesso provocano danni alle colture, e qualcuno potrebbe aver deciso di “farsi giustizia” in modo del tutto illecito, riesumando dal passato un metodo antico, per quanto raccapricciante e non permesso. Allo stato attuale rimane possibile l’ipotesi che la cornacchia grigia, simile al corvo ma di dimensioni minori, possa essere stata ritrovata senza vita e utilizzata come deterrente per scacciare la stessa specie: una sorta di monito. Anche in questo caso, però, si tratterebbe di una condotta vietata. “Appendere una cornacchia a un albero costituisce comunque un reato – si legge nella nota della Lega Anti Vivisezione – perché colui che ha rinvenuto l’animale, secondo le norme vigenti, avrebbe dovuto chiedere l’intervento della Polizia Provinciale entro 24 ore”.
Più probabile è che si sia trattato di una rivalsa nei confronti della “categoria”, da parte di un soggetto che frequenta la zona, oppure ancora di una mera bravata. Forse qualcuno non si è accontentato di utilizzare strumenti tradizionali come il pionieristico “spaventa passeri” d’altri tempi per allontanare i volatili, passando alle maniere forti senza nessuna pietà del malcapitato pennuto caduto in trappola e condannato alla forca.
“Comportamenti gravi e crudeli come questo – dichiara Silvia Lovat responsabile della Lav di Bassano – ci fanno comprendere che la cultura della violenza e della sopraffazione, che ha come vittime gli innocenti animali la cui unica colpa è cercare di vivere nonostante l’uomo abbia invaso i loro spazi, sono ancora fortemente radicate in una parte minoritaria della popolazione. Per questo chiediamo alla maggioranza dei cittadini, rispettosi delle leggi e della vita degli animali, di segnalare alle autorità competenti ogni atto di crudeltà del quale dovessero essere testimoni”.